05.09.2008 - 10.09.2008
Diario dal Lido
E' l'amore che mi riporta, anche occasionalmente, al Lido di Venezia. Ogni volta riesco a trovare puntualmente una buona ragione. La prima volta era nel 1992, il direttore della mostra era Gillo Pontecorvo, le notti veneziane erano infiammate dai disonauri di “Jurassic park” e dai giochi di potere di Harrison Ford. Splendidi ricordi di calca e sovrannumero: la gremita sala Grande si riempiva però anche a mezzogiorno quando ad ogni giovane regista italiano veniva offerta l'opportunità di presentare il suo film. L'ultima ufficiale a tempo pieno nel 1996: con Laudadio alle porte e i primi tendoni da circo all'orizzonte. Ma l'oscuro oggetto di desiderio dove proiettavano le anteprime si chiamava ancora “Palagalileo”. A distanza di sedici anni l'ambiente è cambiato moltissimo: meno mostra cinematografica, più mostra alternativa di sponsor, con stridente clima fieristico. Più caotica rispetto a quattro anni fa quando venimmo in spedizione per 24 ore per apprezzare lo straordinario documentario su Franco e Ciccio prodotto da Andrea Occhipinti. E ce ne scappammo per la disperazione. Alberghi costosi ma inospitali, poco spazio alla passione e molto allo spintone.
L'atto d'amore quest'anno si chiama “Yuppi du”. E non si poteva certo sfuggire al destino e al fascino di un film tenuto nascosto per ben 33 anni, lasciandosi scappare l'occasione di rivederlo rimesso a nuovo. Il Clan Celentano con Sky ha infatti compiuto uno straordinario lavoro di restauro per riportare alla sua magnificenza questo film musicale italiano destinato per un'oscura alchimia ad essere sempre attuale. Ieri sera abbiamo per la prima volta apprezzato il tendone del Palabiennale, spazio alternativo offerto al pubblico pagante che ama sul serio il cinema. Le altre proiezioni necessitano di coupon o di accredito. E se non ce l'hai vieni tollerato meno di un mendicante. “Rachel getting married” di Jonathan Demme, in concorso, è schizzato via come una freccia dolorissima al cuore. Parla di famiglie a pezzi e dell'illusione americana di ritrovarsi unita. Demme ha un po' calcato la mano (ma forse è colpa della sua sceneggiatrice) nell'accumulo di sventure di una famiglia degna dei Malavoglia di Verga. Troppo finta per essere commiserata nella sua disperazione.
Non siamo più nella pelle. Questa sera alle 22 scocca l'annunciato “Celentano Day”. La conferenza stampa che doveva essere scoppiettante, ma non lo è stata affatto, si è svolta in un clima di disinteresse nei confronti del suo bellissimo film d'autore.
Molte domande sull'Alitalia, sull'expo di Milano e, ci mancava poco, su quello che Celentano mangia a colazione. L'appassionato di cinema mastica amaro, stringe i denti perchè non al divo, ma al suo oggetto di studio, non può nemmeno sognarsi di rivolgere lo sguardo...
|