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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

NEWS

14.01.2009

Tinto Brass ricorda Ennio De Concini con "Salon Kitty"

 

Tributi, celebrazioni, ma anche seminari, lezioni di cinema, corsi di apprendimento relativo alle arti e ai mestieri che ruotano intorno alla realizzazione di un'opera cinematografica. Il valore aggiunto di questa “edizione 0” del festival del cinema italiano di Bari sta proprio nell'intensità con la quale si rivolge al passato, senza trascurare il presente, richiamando con passione ed entusiasmo l'attenzione di giovani che possono così affacciarsi con un atteggiamento concreto e non solo incantato verso questa forma completa d'espressione artistica.

I corsi giornalieri “scrivere di cinema”a cura dello sceneggiatore Giorgio Arlorio hanno fatto registrare il tutto esaurito sin dai primi giorni. Il che fa pensare che aver dato lustro ad uno dei momenti fondamentali della genesi creativa di un film si è rivelato indubbiamente uno dei punti di forza di questa edizione, una base fondamentale su cui investire in futuro. Non possiamo fare a meno di segnalare l'importanza del mestiere di sceneggiatore, sopratutto quando ci troviamo al cospetto del grande Ennio De Concini, straordinario e prolifico scrittore romano per il cinema scomparso nel dicembre scorso. De Concini è stato ricordato in questi giorni attraverso una retrospettiva di film da lui scritti per Antonioni, Germi, Vancini e Leone. In aria di cineclub d'antan ieri la minirassegna si è conclusa con la presentazione di “Copkiller”, rarissimo poliziesco d'autore nella filmografia di Roberto Faenza, ma soprattutto di “Salon Kitty”, film scritto da Ennio insieme a Maria Pia Fusco e Tinto Brass, uscito fra scandali e polemiche nel 1976. Presente alla proiezione commemorativa introdotta da Enrico Magrelli, il celebre regista veneziano ha ricordato con nostalgia e rimpianto questo breve ma fondamentale sodalizio professionale. “Questo film, uno dei primi ad aver subito così radicalmente un ingiusto calvario con la censura, mi fu affidato dai produttori perchè conoscevano bene il mio odio nei confronti delle forme assolute di potere. Avendo frequentato in gioventù le case di tolleranze visto che a Venezia c'erano 30 bordelli e 30 sale cinematografiche, avevo una certa predisposizione al tema centrale del film, girato interamente in un bordello nazista degli anni '40. E' un film volutamente anarchico, sulfureo, dove l'erotismo non assume ancora l'importanza predominante che acquisterà in futuro dopo “La chiave”. Al buon Ennio De Concini dichiarai la necessità di voler fare un film con immagini luride e lucenti. E lui mi capì al volo. In “Salon Kitty” c'è tutta la lucentezza tipica di quel periodo, espressa attraverso ambienti, costumi e interni (e per questo devo ringraziare Ken Adam, scenografo di irripetibile talento) ma ci sono anche immagini deformi, luride e spaventose. Fra l'altro Ennio è stato uno dei pochi sceneggiatori professionisti con i quali ho avuto il piacere di lavorare. Certo alla fine ci ritrovammo davanti ad un film molto teatrale, grazie anche alla smisurata grandezza di attori come Helmut Berger e Ingrid Thulin. Attraverso questo racconto terribile di amore e torture volevo prendermi gioco del potere. E quelle riunioni di sceneggiatura erano gioviali, allegre, piacevolissime. Poi però il giorno dopo De Concini mi portava i foglietti con i pezzi di sceneggiatura in cui venivano sintetizzate le mie intenzioni e io, lo ricordo benissimo, non ho mai cambiato una virgola. Mi rammarico soltanto che all'epoca il film fu bocciato in censura, avrebbero voluto costringermi a fare dei tagli, ma io mi sono sempre opposto minacciando di ritirare la firma. Oggi grazie all'home video posso dire che il film è stato portato alla sua originaria integrità anche se all'epoca alcuni esercenti si prendevano addirittura la briga di tagliare deliberatamente le sequenze più forti per evitare guai con le forze dell'ordine. De Concini non ha mai voluto interferire con il mio lavoro di regista. Anzi, credo che una volta consegnata la sceneggiatura si staccava naturalmente dalla sua creatura. Il suo privilegio è stato quello di essere uno sceneggiatore molto letterario che aveva un grande senso di rispetto per il mestiere di regista. Anche se in cuor mio so benissimo cosa provava quando spesso, magari con altri colleghi, le sue intenzioni venivano stravolte dai classici otto passaggi (sceneggiatore, regista, fotografo, operatore, montatore...)”.

 

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