"I giovani di oggi in Etiopia guardano all'impero americano e dimenticano la nostra tradizione. Se guardassero tra le ceneri del colonialismo, però, sono convinto che ritroverebbero loro stessi". Questo lo "spirito libero" con cui Haile Gerima ha presentato stamani
Teza, vincitore del Premio Speciale della Giuria e dell'Osella per la miglior sceneggiatura all'ultima Mostra di Venezia, nelle sale italiane dal 27 marzo distribuito da Ripley's Film.
"In Africa la modernizzazione si pone contro la tradizione, quando è proprio questa che tiene in vita un popolo: in Etiopia ci sono ancora dei gruppi che si vergognano del passato, calpestando la tradizione, rifiutando le proprie origini e questo per me rappresenta una tragedia", prosegue il regista africano, che in
Teza racconta la storia del giovane etiope Anberber (
Aron Arefe), laureato in Germania, che tornato nella natìa Etiopia con la speranza di apportare un decisivo contributo socio-politico e culturale, dovrà viceversa fare i conti con una realtà irriconoscibile e soprattutto con il repressivo regime marxista di Mengistu Haile Mariam.