28.09.2008
Ciao Paulie
Gli elogi funebri non piacciono ai critici. E forse neanche ai lettori. Perchè si riducono quasi sempre ad una lunga serie di citazioni relative alla carriera, alla filmografia. Mi sottraggo con piacere allo sfoggio impeccabile di riferimenti biografici. La maestosità di una scala non si misura mai in base al numero degli scalini. Il grande Paul Newman è entrato di diritto nella memoria collettiva attraverso la memorabile sequenza del treno de "La stangata". Una mano di poker, non proprio condotta al massimo della lealtà, su un vagone con l'esilarante faccia faccia col cattivo Robert Shaw. Lo sguardo glaciale di Newman, simpaticissima canaglia, che scruta il suo antipatico antagonista mentre in sala le mani si preparano all'applauso.
Attore versatile e meraviglioso. Un galantuomo capace di passare con garbo e professionalità da un ruolo complesso ad un altro più scanzonato con un trasformismo dell'anima e una devozione che partiva dal cuore.
Ultimamente mi è capitato di rividere a ben 22 anni di distanza un film di Martin Scorsese tanto bistrattato dagli addetti ai lavori. Sto parlando di "The color of money", diretto nel 1986 grazie al quale dopo anni di ingiusta sottovalutazione il buon Paul potè stringere fra le mani la tanto ambita statuetta. Era un sequel de "Lo spaccone". Newman tornava nelle fumose sale da biliardo, nelle vesti di passivo scopritore di talenti. Un film in cui il grande divo, proprio in merito alla sua grandezza, preferiva spesso stare in disparte e lasciare la scena al giovane Tom Cruise che proprio con questo film cominciò a saltellare sul trampolino di lancio.
Ecco cosa è stato per il cinema Paul Newman. Un uomo semplice, leale, capace anche di giocare sulla sua storica monogamia che era sinonimo di scelta azzardata per un divo consumato come lui. Al giornalista che gli chiedeva come avesse fatto per tanti anni ad essere legato alla stessa donna Paul rispose: " perché uscire a mangiare un hamburger quando a casa mia ho una succosissima bistecca al sangue? ". Una meravigliosa dichiarazione d'amore attraverso una metafora piccola e così semplice da mettere in imbarazzo. In questo caso, e comunque in tutti quelli che lo riguardavano, sempre e soltanto il suo interlocutore.
Ciao Paulie.
Lorenzo P.L.
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