02.11.2008
Roma: Bilancio di un Festival
Ho letto qualche giorno fa su una prima pagina di un quotidiano nazionale (almeno spero che venga distribuito davvero in tutta Italia) a proposito del festival di Roma un pesante bilancio fatto, non è il caso specificare da chi, in preda ad un vero e proprio delirio scaturito da un plausibile conflitto di interessi. Accade puntualmente quando le poltrone degli altri sono malviste, per rancore o invidia professionale, perchè si ha sempre la tendenza a volersi "mettere comodi" denigrando il lavoro degli avversari. Nonostante fosse priva di inutili divine e divetti, l'edizione del Festival di Roma di quest'anno (che ho avuto modo di seguire durante cinque giorni di tappe forzate con la media di tre film al giorno) mi è piaciuta tantissimo. Ho avuto modo di seguire più le sezioni collaterali ("Occhio sul mondo", "Alice in città", "L'altro cinema") che il programma ufficiale. A Roma sono riuscito a recuperare dei documentari straordinari che mi auguro vengano divulgati al più presto, perchè lo meritano davvero. Gli altri anni mi ero avvicinato a questa giovane rassegna vivendola da spettatore last minute e non ho mai riscontrato nessun problema nell'organizzazione e nell'acquisto dei biglietti. Rispetto a Venezia, lo ripeto, Roma sta sempre diventando una manifestazione che riesce a coinvolgere i frequentatori veri di cinema e gli appassionati. Anche stavolta ho visto più sostanza che forma. Un pò meno bazaar, assolutamente lontana dall'atmosfera da sagra paesana che si respira altrove. Molto ben organizzata a dispetto della campagna denigratoria fatta in chiusura.
Gian Luigi Rondi ha lavorato bene e gli auguro di cuore che possa continuare a farlo in serenità. Ha tenuto la politica lontana dalla formidabile struttura realizzata da Renzo Piano, ha dato la possibilità a tutti di seguire senza favoritismi le serate. 620 accreditati non sono uno scherzo ma non si sono visti nè tafferugli, nè code, nè l'accatonaggio di biglietti dell'ultim'ora. Impeccabile il confort delle sale, il numero delle programmazioni e delle repliche, il servizio stampa alla portata anche dei non addetti ai lavori, l'approccio cortese con una forma d'arte che per essere amata non ha bisogno di barriere. Insomma un bilancio positivo anche nei numeri e negli incassi che consentiranno il prossimo anno di lavorare con maggiore ottimismo.
L.P.L.
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