Chissa quante volte vi sarà capitato di scambiare quattro chiacchiere con la vostra macchina. “E parti”, “e andiamo”, con il motore a freddo, “dai, siamo quasi arrivati” in prossimità della stazione di servizio con il serbatoio a riserva. Su, perchè nasconderlo, spesso ci affezioniamo al nostro mezzo di trasporto e se per caso lo permutiamo non esitiamo a sprecare qualche lacrimuccia. In fondo l’auto, come la casa, come la pianta sul davanzale è uno di quegli oggetti con cui abbiamo sempre sognato di interagire o magari litigare; non abbiamo più motivi per preoccuparci: la scienza a breve riuscirà a dare un’anima alla carrozzeria e trasformerà il nostro garage in un nido. A patto che il prezzo della benzina non renda proibitive le nostre aspirazioni...
Per adesso abbandoniamoci all’ennesimo tour con la Pixar che interpreta i nostri sogni e li trasferisce immediatamente sul grande schermo per la gioia dei nostri sensi. Era già accaduto con il mondo dei giocattoli in “Toy story” con gli acquari di casa in “Alla ricerca di Nemo” e con le formichine di “A bug’s life” e, infine, in quel capolavoro che ha dissacrato e umanizzato i supereroi (“Gli incredibili”).
“Cars”, strombazzato già dalla scorsa stagione da un’astuta campagna di marketing (non sono poche le società automobilistiche in vetrina), è infatti un cartone animato popolato interamente da autovetture. I genialoidi quattrocchi di casa Pixar hanno infatti interpretato alla lettera le regola del dimmi come guidi e ti dirò chi sei. In fondo l’auto rispecchia lo stile del suo padrone: grintosa, sportiva, comoda, furgonata, a seconda delle esigenze. Per cui il processo di umanizzazione sembra davvero scontato.
E così ritroviamo la macchina hippies (un furgoncino Wolkswagen tappezzato stile figli dei fiori), la Porsche sportiva dalle sensuali finiture (doppiata, non è un caso, dalla Ferilli), il carro attrezzi superscassato e burlone (ci pensa lo spassosissimo Marco Messeri a dargli anima), la vecchia e saggia macchina da corsa a riposo (sullo stile di Paul Newman), l’intramontabile Fiat 500 (doppiata con un prodiano accento romagnolo) e i poveri trattori di campagna sbeffeggiati manco fossero stupide mucche da pascolo...
Al centro della vicenda ci sono le avventure di Saetta McQueen, una giovane macchina da corsa che vuole bruciare le tappe, commettendo i classici errori che possono rovinarti la giovinezza e che durante un trasferimento in California si perde nottetempo sulle strade sterrate della mitica Route 66. Saetta viene accolto nella città fantasma di Radiator Springs animata dai simpatici amici citati prima e si confronterà per la prima volta con macchine “vere“, non ancora contaminate dalla logica del possesso. Nel suo breve soggiorno comprenderà le giuste regole di comportamento che gli sono state cancellate dalla dura legge della competitività e della vittoria a tutti i costi. Verranno finalmente a galla i valori sportivi, la lealtà e la magnanimità e Saetta vincerà la coppa più importante: la sua maturazione interiore.
La consistenza del messaggio, sebbene annacquato da caroselli e amenità varie, fa di “Cars” un prodotto rivolto ai gusti di un pubblico adulto anche se i bambini troveranno molti spunti per spalancare gli occhi. Arricchito da intermezzi musicali di Chuck Berry, James Taylor e Sheryl Crow, il film forse accusa una durata eccessiva benchè gli anni di duro lavoro alle spalle meritano adeguato tributo evitando lo spreco dei tagli involontari per ragioni di durata. Nulla è lasciato al caso: basti dire che per le sequenze ambientate nella Route 66 gli animatori si sono attenuti verosimilmente agli scenari autentici con un'attenzione quasi maniacale. Non ci si crede.
Un consiglio sincero ed affettuoso: non perdetevi i titoli di coda, pieni zeppi di autocitazioni celebrative che agli assidui frequentatori del circolo Pixar garantiranno momenti lieti di una genialità senza precedenti.
Cinema Alfieri, Corato - Settembre 2006 (Barisera) |