Si può ridere della violenza? Assolutamente sì, il paradosso di per sè è già sgonfio, come negarlo se dietro la macchina da presa sta appollaiato un cineasta di "talento" fiero delle sue origini italoamericane con il vizietto delle particine secondarie nei suoi lavori? Stiamo parlando guarda caso di Quentin Tarantino, regista attore premiato di recente per "Le iene", che ha le mani in pasta in tutte (o quasi) le commedie nere di Hollywood. Come nasce "Pulp fiction" e perchè si fa la fila per vederlo?
Il film trae spunto da alcuni racconti irreali e iperviolenti tratti dai vecchi "pulp-magazine": riviste che impazzavano negli anni '40, realizzate da autori maledetti che si divertivano ad abbinare violenza gratuita con umorismo involontario. Nel film in questione tre racconti si intersecano facendo interagire i vari personaggi nella classica struttura narrativa delle scatole cinesi. Espediente non del tutto nuovo, ma con il suo dovuto fascino.
Due rapinatori, un uomo e una donna, fiutano la possibilità di un gran colpo in una tavola calda gremita. Lo porteranno a termine? Un pugile cade nella trappola di un incontro truccato ma non rispetta i patti e se lo gioca a suo favore, firmando così la sua condanna a morte; due scagnozzi macellai uccidono per errore un confidente e chiedono aiuto al capo per mettere le cose a posto e ripulire gli interni di un'auto impastricciata di sangue; la donna del capo scambia l'eroina per cocaina, rischia l'emorragia ma si riprende con una siringa di adrenalina conficcatagli come un pugnale nel petto; due poveracci evitano per miracolo l'attacco di un pederasta e se la cavano a colpi di sciabola.
Alcuni personaggi si ritrovano necessariamente in circostanze diverse, altri si perdono per strada per poi ritrovarsi al punto di partenza; esemplare e funzionale in questo caso la frammentarietà e il clima paradossale conferito da Tarantino alle sue storie. Inutile soffermarsi di più su un film che merita assolutamente una valutazione diretta, comunque destinata a deliri di sopravvalutazione.
Tarantino sfoggia una grinta ed un entusiasmo cinematografico senza precedenti, mescolando le sue carte qui raffigurate da attori straordinari per scelta ed accostamento. Lo hanno definito cinema alternativo e di tendenza. Il risultato non cambia e interessa poco. A nostro parere si tratta di un salutare svecchiamento di vecchi generi, con una naturale irriverenza giovanile che garantisce effetti benefici.
Cinema per gioco, aperto a tutti con entusiasmo da vendere.
Kursaal Santa Lucia, Bari - Dicembre 1994 |