Proposte indecenti all'italiana ispirate dalla cronaca rosa americana. Gli ingredienti si conoscono benissimo, ma la cottura affidata al filmaker Sergio Rubini avviene, come si dice, a fuoco lento.
Messi da parte il vittimismo, non sempre vincente, delle precedenti operazioni il regista pugliese indossa questa volta i panni del bravo impiegato tutto casa e lavoro. La casa editrice per cui lavora gli riserva il compito più ingrato: scovare qualcosa di veramente originale nei numerosi manoscritti inviati alla sua azienda dagli aspiranti scrittori. Un lavoro non proprio idilliaco che comunque lui porta avanti con entusiamo e convinzione. Le cose procedono abbastanza bene fino al giorno in cui Clara (M.Buy), donna in carriera spregiudicata ed ambiziosa, si insedia ai vertici dell'amministrazione per dare nuove energie alla ditta. In un prologo abbastanza infuocato (ed insolito) gli spettatori hanno avuto comunque modo di conoscerla meglio: Clara è una avida mangiatrice di uomini (meglio, di impiegati), che colleziona ritagli degli indumenti intimi delle sue prede. Per un fatidico errore commesso dalla sua segretaria incontra casualmente il povero protagonista ed inizia a tormentarlo con le sue imbarazzanti avances. Il bravo ragazzo si tira indietro, ha una dignità da difendere e una compagna che non intende assolutamente tradire. Ma le molestie aumentano in concomitanza con gli "scatti" della sua carriera. Lui capitola ma solo dopo aver illuminato le sue serie intenzioni...
Ispirandosi ad un clamoroso fatto di cronaca che ha sovvertito le regole di natura (stavolta è una donna ad insidiare un uomo), Sergio Rubini non è riuscito a sottrarsi ai canoni imposti dalla commedia all'italiana vecchio stampo, ricavando una piacevole ma normalissima farsa di comune amministrazione, tenuta in brio da una brillante sceneggiatura. Certo sorprende vedere una Margherita Buy che se la cava egregiamente in un ruolo sexy ed aggressivo, così come le figure più riuscite restano quelle di contorno: un nevrotico Haber e una procace Valentini.
Il lieto fine affrettato e prevedibile tradisce un pò le attese e suona un pò come un campanello d'allarme visto che minaccia una brusca ed inaspettata adesione del bravo filmaker al cosiddetto cinema leggero e disimpegnato. Alla prossima occasione, saremo ben lieti di essere smentiti.
CInema Odeon, Bari - Ottobre 1994 |