Un uomo sbarca a Montecarlo con una valigetta piena di banconote. E' taciturno, torvo e ambiguo ma si da il suo bel da fare per godersi al massimo la vita fiabesca del principato: vestiti nuovi, una cassetta di sicurezza dove depositare il contante, un giro di roulette al casinò. La guerra è finita da poco, ma i segni evidenti del trauma della deportazione sono presenti sul avambraccio dove sono incise le cifre del numero di appartenenza del campo di concentramento. L'uomo si chiama "Sally" Sorowitch, è ebreo nonchè uno dei falsari più abili d'Europa. Arrestato a Berlino nel 1936 e scaraventato nel lager di Sachsenhausen ha avuto a che fare con "l'operazione Bernhard", ad oggi la più grande operazione segreta di falsificazione monetaria nella storia.
Il progetto delle SS mirava a mettere in crisi l'economia britannica attraverso la falsificazione e l'introduzione in quantità massiccia di sterline in tagli piccoli, incrementando l'inflazione. Gli ufficiali nazisti riunirono all'interno di due baracche alcuni ebrei abili nella tipografia affidando proprio a Sorowitch il comando delle operazioni. Pur di aver salva la vita e una prigionia dignitosa gli ebrei portarono a termine l'operazione rischiando di continuarla abilmente con la lavorazione del dollaro. Alcuni imprevisti rallentarono il traguardo, poi la fine della guerra, la disfatta di Hitler, lo smantellamento delle macchine utili alla stamperia. Sorowitch riuscì, a differenza di alcuni suoi compagni, a salvare cara la pelle; i 133 milioni di "sterline di Hitler" (quattro volte le riserve monetarie britanniche) si rivelarono comunque strategici ai fini della battaglia nemica. E' ispirato ad una storia vera e ad una delle numerose vicende "top secret" sulle strategie occulte della seconda guerra mondiale.
Oscar come miglior film straniero di quest'anno, "Il falsario" racconta comunque gli orrori della guerra attraverso lo sguardo traumatizzato di un piccolo grande uomo che fece di necessità virtù cooperando suo malgrado e favorendo la brillante tattica economica dei suoi aguzzini. Il film è girato magistralmente, mantiene viva una sua tensione, solletica il genere "spionistico" privandosi di scene di battaglia pur essendo a suo modo un film di guerra. Un sofisticato dramma di "interni" tutto girato nell'area di recinzione di un lager, praticamente nel laboratorio dei falsari che diventa palcoscenico ideale di scontri, sotterfugi, tristi vicende umane.
E' interpretato magistralmente da Karl Markovics, interessantissimo attore austriaco, costretto a respirare a fatica "la brutta vita" della deportazione, prodigandosi nell'arte della sofisticazione con uno spaventoso senso di smarrimento e di inquietudine. Un film pessimamente distribuito che meritava maggior fortuna per essere portato a conoscenza del grande pubblico.
DVD - Agosto 2008 |