E' il primo, forse l'unico musical degno di essere ricordato nella storia del cinema italiano. Riproposto a distanza di anni fa paura nel suo caleidoscopio innovativo di felici scelte di montaggio, coreografie strabilianti, freschezza del racconto. Adriano Celentano, che già aveva debuttato per scommessa anni prima in un filmetto di poche pretese, sulle ali dell'entusiasmo dei suoi successi al botteghino decise di spiccare il grande salto nel cinema d'autore debuttando sul serio dietro la macchina da presa. La scelta esemplare per quanto riguardava la scrittura ricadde sul geniale Alberto Silvestri che ci mise un pò di tutto: inquinamento atmosferico, violenza sessuale, morti bianche sul lavoro, mogli esigenti e venali, famiglie felici nella totale povertà. Si arriva così al racconto di fantasia di Felice Della Pietà (A.Celentano), barcaiolo veneziano povero in canna, che vive con la sua nuova famiglia in una baracca perennemente allagata dove per assurdo dai rubinetti non esce l'acqua. Si crede vedovo perchè la prima moglie Silvia (una folgorante Charlotte Rampling) si era lasciata annegare in un canale per disperazione. Tutto normale fino al giorno in cui Felice decide di sposarsi per la seconda volta. Come per magia sua moglie Silvia ricompare "dal canal", con una verità assurda. Aveva finto di morire perchè non accettava l'idea di passare la sua triste esistenza con un uomo povero. Ora che è passata fra le braccia di un ricco e facoltoso professionista è intenzionata a riprendersi la figlioletta per riempirla di agi. Il padre naturale Felice accetta la proposta mettendo in vendita la bambina a peso d'oro. Ma i soldi fanno davvero la felicità?
Ecco un film che non ha assolutamente nè precedenti, nè seguiti. Baciato dalla buona sorte nel corso di una stagione spiazzò la critica e divise di netto gli affezionati del "celebre". Un pò indigesta la solfa ecologista che Celentano avrebbe amplificato negli anni a venire. Numeri musicali incredibili, dialoghi al limite della demenzialità, "celentanismo" che si sprigiona in ogni fotogramma. E momenti delicatissimi come la struggente ballata "Such a cold night tonight" cantata da un grande Gino Santercole a commento di dolci passi d'amore. Tutti elementi che contribuiscono a renderlo un film incredibilmente bello, entusiasmante e fresco. Con caratteristi che si sono visti sempre più di rado (da Lino Toffolo a Jack La Cayenne), una splendida ed algida Charlotte Rampling che balla seminuda al tramonto al ritmo di "Yuppi Du", mitica danza celentana di straordinaria inventiva coreografica che bruciò tutte le vendite dei dischi.
Della poco prolifica esperienza del Celentano regista (che tornò all'opera negli anni successivi solo due volte, fino al tragico epilogo di "Joan Lui") resta sicuramente quella più riuscita ed apprezzata, merito comunque delle innovazioni di un linguaggio cinematografico con mille risorse. Fu presentato con entusiasmo al festival di Cannes nel 1975. Da allora è scomparso dalla circolazione. Pochi passaggi televisivi, forse per rafforzarne il mito.
Canale 5 - 1988
EDIZIONE RESTAURATA 2008
L'edizione restaurata presentata alla 65 mostra d'arte cinematografica presenta qualche sequenza aggiunta (ma non inedita), un montaggio di alcune musiche di sottofondo supplementari e null'altro. La cosa si nota nella celebre sequenza dei fiammiferi con Santercole, Dittongo e Claudia Mori. Sono stati aggiunti effetti speciali ed effetti sonori ultramoderni. Sono scomparse alcune frasi dai dialoghi e forze è comparsa qualche didascalia in più. I colori sono straordinari perchè l'immagine è completamente ripulita da grane e sbavature. A parte questo null'altro da segnalare...
Sala Grande, Lido di Venezia - 4 Settembre 2008 |