Derby cinematografico fra Carlo Vanzina ed Enrico Oldoini, un tempo compari assidui nella tradizionale svendita cinematografica di fine anno, oggi ahinoi divisi da due rispettive fatiche in concorrenza al botteghino. Lo scontro al vertice a quanto pare, pur essendo di cartello avendo radunato i comici in voga (che sono praticamente gli stessi), meriterebbe una totale diserzione per protesta.
Ci viene da pensare: chissà cosa riserva il cinema natalizio agli altri cittadini europei; chissà se a Berlino o a Parigi hanno le nostre stesse cattive abitudini. Da parecchi anni infatti siamo costretti ad assistere a pellicole girate in frettta, montate peggio, appiatite da un preoccupante stile televisivo.
E' da notare infatti come dietro le intenzioni spicciole di Oldoini che voleva fare di "Miracolo italiano" un film rivolto anche alla comicità femminile (titolo di lavorazione "La donna è donna") si avverta la mancanza totale di uno stralcio di sceneggiatura, con conseguente mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore. Il tutto si riduce ad otto episodi stile "Anni '90" all'insegna del totale pressapochismo e della più sciatta irresponsabilità professionale.
Nel primo segmento (il meno peggio, diciamo) Renato Pozzetto e Maria Amelia Monti sono due esponenti di partiti opposti che sbarcano dalla provincia lombarda in missione politica a Roma. Tra i due, dopo un incontro casuale in treno, sboccia una passione d'amore osteggiata da problemi di schieramento: lei è una estremista di destra, lui un comunista di ferro. Tutto qui. Nella seconda storia Nino Frassica e Daniela Conti, sposini siciliani in luna di miele a Roma, finiscono in discoteca e alla vigilia della prima notte di nozze si concedono le prime avventure extraconiugali con una coppia scambista. Nel terzo episodio Giorgio Faletti è un commercialista rassegnato che finisce fra le mani di una scaltra infermiera torinese che, per allontanarlo dalla famiglia, gli sostituisce le lastre con quelle di un moribondo: la vera moglie per tutta risposta ricorrerà all'eutanasia (dovremmo riderne?).
Nella quarta storiella Anna Falchi, inequivocabile transessuale, porta scompiglio in una tradizionalisssima famigliola toscana facendo innamorare uno dei ragazzi (L.Pieraccioni). Nel quinto episodio la musica non cambia: due ragazzine romane sognano passioni travolgenti, ma andranno in bianco. Sesta barzelletta: Ezio Greggio è un giornalista sbruffone che adesca una ragazza, spacciandosi per amico di Kevin Costner (!). Ma non è finita: nel capitolo conclusivo Nadia Rinaldi e Nino Frassica, coppia sui generis in vacanza ai tropici, sono in preda ad una crisi matrimoniale. Lei si è invaghita infatti di una massaggiatrice di colore e non vuole ricredersi.
Difficile quantificare il lavoro creativo del quartetto Betti/Gaico/Oldoini/Zapponi (si, avete letto bene!) che nelle riunioni di lavoro ha dovuto dar vita a questa minestra riscaldata e sciapa. Vi è solo da aggiungere che in questa svendita totale di cattivo gusto, con tasso di volgarità inferiore alla media, si salvano a fatica la simpatia di Maria Amelia Monti e le freddure sempre efficaci ma ripetitive di Nino Frassica. Da dimenticare invece i penosi riferimenti di Oldoini alla politica attuale, in particolare al berlusconismo. Nessuno riesce nel miracoloso intento di far ridere. Missione natalizia clamorosamente fallita.
Cinema Odeon, Bari - Dicembre 1994 |