Scostumate vacanze di Natale in costume nella Roma imperiale del 71 a.C, ma soprattutto tributo allucinante dedicato all'utenza della curva sud. Carlo Vanzina, cinematografaro factotum italiano ma soprattutto capitolino, questa volta aveva puntato tutto sull'originalità del soggetto e sulle potenzialità comiche di un viaggio a ritroso nel tempo. Il lato peggiore della romanità era tale anche nel passato?
Il messaggero si chiama Faxus, il consulente immobiliare Sola, il nightclub "Agrippina 'O", le sfilate di moda sono organizzate da Versacius. Originale, no? Peccato che c'aveva pensato 13 anni prima Mel Brooks nel celeberrimo "La pazza storia del mondo" inserendo un pezzo forte nei suoi frammenti parodistici che è difficile rimuovere della mente.
La modernizzazione operata dagli autori si limita comunque a trasferire nell'antichità la tangentopoli dell'Italia dei nostri giorni. Il senatore Cesare Atticus (uno scatenato De Sica) è un vitellone impenitente, fedifrago e truffatore. Corrompe tutti con i suoi favori, frequenta le cortigiane dell'impero e si divide i proventi col capo del suo partito Cinicus (Leslie Nielsen). Da Mediolanum (!) arriva però un giudice inflessibile, Antonio Servilio (Massimo Boldi), deciso più che mai a ripulire la capitale dell'impero dai senatori corrotti. Il magistrato nordico è alquanto imbranato, tant'è che lo stesso Atticus riesce a sbarazzarsene immediatamente gettandolo fra le braccia di Poppea (Anna Falchi), prostituta romagnola, e facendolo trasferire nella sperduta isola di Filicudi. Ma il giudice non demorde e finirà con l'allearsi proprio con il suo nemico per arrivare al vertice del magnamagna capitolino: l'insospettabile Cinicus, primo ladrone dell'impero. Giustizia non s'avrà: i senatori attribuirano alle tangenti del loro collega un valore "terapeutico" e funzionale alla circolazione del benessere economico. Dopo i lavori forzati e una provvisoria alleanza con Spartacus, capo di rivoltosi schiavi leghisti, i due poveri protagonisti finiranno addirittura per pagare le loro colpe con la crocifissione...
Mancando di storia e di consistenza, "S.P.Q.R." annaspa come puà nella bassa comicità natalizia alla quale ci aveva abituato con opere più pregevoli l'assente Alvaro Vitali. Le battute migliori, le sequenze passabili si annotano nella prima parte del film, perchè poi segue un decadimento irreversibile. Difficile attribuire colpe: Boldi continua a ripetersi all'infinito, De Sica che ha dichiarato d'essersi addirittura ispirato a Sordi ricorre al repertorio di barzellettacce e volgarità imbarazzanti, Anna Falchi e Gabriella Labate espongono mercanzia secondo copione. Leslie Nielsen, straniero inserito per attirare i sostenitori del cinema demenziale americano, è doppiato malissimo e rimedia una pessima figura. Parecchi ridono, applaudono, pretendono il bis: sono gli stessi che buttano le cartacce del panettone per terra e a pancia piena fanno rotolare in sala le bottiglie di spumante.
Cinema Supercinema, Trani - Dicembre 1994 |