Richard Gere nell'ennesimo film sbagliato. Per sua colpa si affida ciecamente ai fiacchi e risaputi equilibrismi tecnici di un cineasta nipponico (che si firma Andrew Lau) che vorrebbe osare alla Friedkin, ma senza mezzi nè talento. Morale della favola ci si ritrova al cospetto del solito thriller più adatto agli scaffali di una videoteca che ad una bella serata da trascorrere con emozioni condivise in sala. Gere interpreta l'agente federale prossimo al pensionamento che deve addestrare la sua recluta, nello specifico una donna (Claire Danes). La sua sezione si occupa di criminali schedati per reati sessuali: pedofili, zoofili, maniaci del bondage, individui esasperati dalla violenza con la fedina penale più nera del catrame.
In seguito alla sparizione di un'adolescente l'agente Babbage (R.Gere) viene incaricato dai suoi superiori di risolvere al più presto il caso, prima del passaggio di consegne. Ci sono molti elementi che fanno pensare alla responsabilità dei suoi schedati. Ma la matassa è più ingarbugliata del previsto: fra colpi di scena, incubi e sovraccarico di tensione minuziosamente studiato a tavolino (si pesca tranquillamente dalle acque di "Seven" e "Zodiac"), si arriverà al culminante colpo di scena.
Convenzionale come molti, noioso e prevedibile come pochi, "Identikit di un delitto" (traduzione bugiarda che è tutto un programma: magari ne fosse uno soltanto) è un altro deludente passo falso di un attore che sta spendendo male la sua seconda stagione. Il regista cerca l'effetto spettacolare e insolito nel mondo perverso e raccapricciante che racconta. Artefatto secondo tradizionali regole cinematografiche commerciali (non bisogna tuttavia attribuire sempre una colpa alla fruizione giovanile), il film si perde e si confonde nella lunga serie di thriller usa e getta. Più opportuno sarebbe gettarlo senza nemmeno usarlo. A saperlo prima...
Warner Village Cinemas, Casamassima - 17 Agosto 2008 |