Per una buffa ed insolita casualità nel 1988 uscirono nella stessa stagione tre film italiani che affrontavano alla lettera un argomento in comune: la chiusura dei cinema di paese dovuta agli spettri malefici dei supermercati e delle multisala. Fra i nomi immaginari scelti dagli autori per le sale al centro delle storie: Cinema Paradiso (Tornatore), Eden (Odorisio) e Splendor (Scola). I tre film andarono incontro a diversi destini. Quello di Tornatore dopo un breve infortunio e una furbesca riedizione arrivò a conquistare l'Oscar; quello di Scola lanciò la strana coppia Troisi-Mastroianni (che tornò a breve distanza con un altro film), quello di Odorisio (in verità il primo nella tabella di marcia), per colpa di una pessima distribuzione si perse per strada. Un vero peccato perchè il film aveva più d'una affinità con la storia raccontata in “Nuovo Cinema Paradiso”. Parlava della vita di provincia, dello svuotamento delle sale e della storia d'amore tormentata del proprietario del cinema, cui il destino aveva riservato una scelta obbligata per fatale intervento di terze persone.
Odorisio, cineasta abruzzese che aveva appena conquistato un prestigioso premio a Venezia per l'opera seconda, aveva comunque raccontato la vita gaudente e paciosa della sua terra amena, nella fattispecie aneddoti della provincia chietina con “Sciopèn”, qualche anno prima.
“Via Paradiso” si svolge interamente nella stessa località e racconta la storia di Francesco (M.Placido), esercente deluso e rassegnato, che deve decidere se accettare l'allettante offerta in dollari da parte di imprenditori americani pronti a trasformare la sua piccola saletta in un lussuoso multiplex. Fra la disperazione del caro nonno (Guido Celano), che non intende vendere a nessun prezzo, e la tristezza di una vita matrimoniale infelice, Francesco recupera nel frattempo la relazione sentimentale con Laura (A.Molina), suo primo amore, tornata in città per motivi di lavoro. La ragazza lasciò Chieti anni prima proprio per allontanarsi dall'uomo che amava senza saperlo. La rimpatriata sarà l'occasione giusta per mettere ogni cosa al suo posto. Il destino del cinema Eden tuttavia non sarà tragico come l'equilibrio sentimentale di Francesco. E con il rimpianto là fuori ricomincia a nevicare...
“Via paradiso” non ricorre a patetismi né si piega alla malinconia; lo stile anzi è sobrio, disteso (a volte fin troppo), concede spago ad una comicità grottesca, d'effetto. Un bravo Michele Placido truccato in modo impressionante come un Ettore Scola di mezza età tira fuori dal cilindro un personaggio simpatico e divertente. Lo affiancano un inarrivabile Guido Celano (che scomparve dopo le riprese) e una deliziosa ed acerba Angela Molina nel ruolo di un primo amore malinconico e discreto.
La 7 - Agosto 2008 |