Joseph Ruben, noto per aver spaventato le coppie felici con "A letto con il nemico", propone un tema insolito, legato agli squilibri dell'infanzia e nella fattispecie ai malefici che si annidano dietro un'innocenza apparente.
Come si manifesta l'incoscienza e perchè spesso in virtù della tenera età si è portati a giustificarla? L'innocenza del diavolo è proprio quella che si cela dietro gli sguardi sorridenti e spensierati dei bambini vivaci; che con una simile scusante alle spalle possono commettere tutte le malefatte di questo mondo.
Macaulay Culkin, primogenito d'una famiglia sconvolta dalla perdita del fratellino annegato misteriosamente nella vasca da bagno, è pazzo dalla nascita ma nessuno se ne avvede. Indossa macabre maschere, fabbrica alabarde nei rispostigli, uccide cani e gatti, si rifugia sugli alberi, getta fantocci dal cavalcavia scatenando incidenti a catena. Ma la sua tenera età lo rende al di sopra di ogni sospetto, accentuandone il candore. Le cose cominciano a complicarsi quando il suo cuginetto (Elijah Wood) viene ospitato in casa sua perchè il padre è in viaggio d'affari. Dapprima i due bambini stringono un'alleanza, poi quando il bimbo "normale" si accorge dei numerosi squilibri psichici del suo coetaneo, il sottile gioco di complicità e ricatti morali rischia di incepparsi.
Dramma psicologico essenziale e funzionale, questo di Joseph Ruben regge fino al suo inatteso epilogo, per merito di una suspence di routine che procede senza esclusione di colpi. Il tema è comunque affascinante: analizzare il potenziale offensivo delle piccole menti malate che accarezzano il matricidio. Il film in ogni caso offre meno di quello che promette. E il pestifero Macaulay Culkin, non proprio il massimo della simpatia, questa volta anzichè perdere l'aereo sceglie di rompersi volutamente qualche rotella. Dietro lauto compenso, s'intende.
Cinema Kursaal Santalucia, Bari - Aprile 1994 |