Fumettone, spesso sottovalutato, passato agli onori della cronaca per il nudo integrale di Richard Gere e per i bollenti amplessi sotto la doccia con Valerie Kaprisky (che dopo un breve momento di gloria in un film di Zulawski, perse la strada del cinema), "all'ultimo respiro" è in sostanza il remake di un vecchio film di Jean-Luc Godard, girato nel 1959, intitolato "A bout de souffle" su sceneggiatura di Francois Truffaut. Manifesto della nouvelle vague per il suo montaggio serrato e per la forma innovativa il vecchio film del cineasta francese con Jean Paul Belmondo si ricordava con piacere. Altrettanto purtroppo non si potè dire della poco ispirata imitazione di Jim McBride che, nel tentativo pietoso di omaggiare un pilastro portante della cinematografia francese, riuscì solo a deliziare i buongustai del cinema erotico americano attraverso i duetti scandalistici dei due divi del momento. Limite comprensibile: le vette godardiane erano irraggiungibili e McBride aveva tentato di rompere le barriere della censura di vent'anni prima sradicando le pecette.
Richard Gere diventa pertanto un balordo, teppistello di mezza tacca, che ha conquistato a Las Vegas una giovane e deliziosa studentessa d'architettura d'origine francese (Valerie Kaprisky). Il criminale ha tre sole passioni: la musica rock di Jerry Lee Lewis, i fumetti di Silver Surfer e le auto decapottabili. Le ruba in continuazione, ma il dato inquietante è che ad ogni angolo riesce a trovarne sempre qualcuna incustodita. I due si ritrovano in città e decidono di scappare in Messico: lui è in fuga perchè ha inavvertitamente freddato un agente della polizia stradale, lei aspira ad un posto di lavoro e ha deciso di rinunciare all'amore per realizzarsi. Il loro rendez-vous sarà appunto all'ultimo respiro: assediati dai poliziotti che hanno diramato foto segnaletiche dappertutto, fra accoppiamenti e scambi di vetture per entrambi il capolinea arriverà prima del previsto e non sarà a lieto fine. Come Butch Cassidy e Billy The Kid il delinquentello senza speranza cercherà fino alla fine di rimanere aggrappato alla gloria.
Più interessato alla forma che alla sostanza il volenteroso Jim McBride rispetta i canoni ideali del classico prodotto anni '80. Ma i bollori giovanili ristagnano quasi sempre nella palude della licenziosità e il campionario di sconcezze offerte, sebbene abbia una matrice autorevole, pone in secondo piano la parte residua del racconto. Richard Gere si prodiga al massimo nel ruolo di folle teppista che non ha nulla da perdere: sbraita, ruba, spara, si accoppia, indossa incredibili pantaloni a scacchi e canta sotto la doccia. La dolce e intensa Valerie Kaprisky si adegua al senso del suo ingaggio: si sforza di resistere alle tentazioni della carne, ma la macchina da presa non ha il minimo interesse a coglierne la gestualità.
E così il film vola via in fretta, girando a vuoto in una breve e mal riuscita cavalcata on the road (forse McBride deve aver anche visto "Il sorpasso" di Risi), alquanto ripetitiva e una buona fotografia (Richard H.Kline) che riesce comunque a cogliere con mestiere l'inarrivabile sensualità godardiana che qui rivive attraverso vaghi e superflui accenni, esalando appunto l'ultimo respiro.
DVD - 15 Settembre 2008 |