La scelta infelice di tradurlo per il mercato italiano col titolo "L'innocenza del peccato" non rende giustizia a quello originale, molto più metaforico ma diretto: "La fille coupèe en deux" (la ragazza divisa in due), coglieva in pieno il nucleo narrativo di questo ennesimo, sofisticato e superlativo trattato chabroliano sulle debolezze umane. Il dissidio sentimentale vissuto da Gabrielle (Ludivine Sagnier), giovane ed arrivista conduttrice televisiva d'assalto, coinvolge due uomini. Il primo Charles Saint-Denis (Francois Berleand) è un affermato scrittore di mezz'età, legatissimo alla piacente moglie ma anche coinvolto in frequenti avventure extraconiugali, il secondo Paul (Benoit Magimel) è un viziatissimo ed insopportabile rampollo di una famiglia di industriali chimici abituato ad ottenere con ogni mezzo ciò che vuole. Tutti sono combattuti: Gabrielle è follemente innamorata dell'uomo maturo e non accetta la corte spietata e sincera del giovane spasimante, che soffre maledettamente d'essere puntualmente respinto. Quando la ragazza accetterà per ripiego (o per mettere alla prova la gelosia del suo vecchio amante) l'amore del ricco ereditiero, il triangolo sentimentale esploderà in una lunga serie di incomprensioni e rancori. In precedenza infatti durante la sua breve storia d'amore con lo scrittore, la ragazza si era lasciata coinvolgere in una serie di squallidi e pericolosi giochetti erotici negli ambienti parigini. Appena il giovane marito ne viene a conoscenza sarà morso dal tarlo della gelosia e accadrà l'irreparabile che, si sa, nel mondo di Chabrol è il frequente punto di arrivo del moderno malessere.
Esercizio di stile di sconvolgente raffinatezza, questo complesso e affascinante lavoro di Chabrol torna ad illustrare un mondo freddo e spettrale, legato al jet-set e ad un ambiente dove l'apparenza è alla base di tutti i comportamenti. Nel suo lampante discorso sulla moralità Chabrol anche stavolta si limita in gran parte a descrivere sommariamente, a realizzare la sua ennesima splendida cornice, senza mai studiare a fondo il disagio dei suoi protagonisti. Il film che si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto agli inizi del '900 in America, mette a nudo le debolezze di una ragazza divisa sulla possibilità di appagare la felicità sessuale o la serenità familiare. E' un mondo di perdenti dove la scalata al successo, così come la mancanza di umiltà, si paga comunque a prezzi altissimi.
Bersagliato frettolosamente dalla critica contraria ai preziosismi di maniera del grande cineasta francese, è un film che è passato purtroppo inosservato all'inizio dell'anno, ma che rinnova in maniera impeccabile il pessimismo e lo sguardo oscuro ed impietoso di Chabrol sul mondo patinato e decadente che fa da sfondo. Perfettamente in linea con gli ultimi lavori drammatici di Woody Allen (attraverso il finale onirico e surreale) che con "Match point" e "Cassandra's dream" ha americanizzato alla lettera il Chabrol-touch.
DVD - 20 Settembre 2008 |