Danza macabra con sette cadaveri, sparatorie a bruciapelo, con la neve bianca che si tinge di sangue, la statua imponente di un taglialegna all'entrata della città che ricorda il colosso di Rodi. Se dietro la macchina da presa non ci fosse Joel Coen, tutto questo circo non avrebbe senso. Per restare in tema: il film è introdotto da una scritta che ci tiene a sottolineare che i fatti raccontati sono accaduti veramente nel Minnesota, ma sui titoli di coda con altrettanta precisione si specifica invece che le persone e gli eventi sono fittizi. Sono sempre loro: pestiferi, irriverenti, goliardici ma con la dote più nobile: l'arte di saper fare cinema sul serio. In poche parole ci ritroviamo coinvolti ancora una volta sul palcoscenico dell'assurdo allestito dai geniali fratelli Coen. "Fargo", l'ultima loro fatica presentata in concorso a Cannes, è un divertente e surreale thriller con molti personaggi, molte situazioni, straordinari colpi di scena, quasi sempre in bilico sul filo sottile dell'imprevedibile e dell'incerto. Tutto ruota intorno al rapimento della moglie, organizzato nei minimi dettagli, da parte di un piazzista d'auto sfigato (William H.Macy) che riveste il ruolo di basista. Pieno di debiti, ossessionato da un complesso di inferiorità nei confronti del ricco suocero che lo mantiene e lo tratta da schiavo, si affida a due criminali sanguinari che cominciano a seminare cadaveri dappertutto. Come in "Delitto perfetto" di Hitchcock il marito cattivo non fa a tempo ad evitare che si consumi il crimine e in meno di una giornata si ritrova fra i piedi una intraprendente e riflessiva poliziotta incinta (Frances McDormand) che dopo aver dato un'occhiata ai tabulati telefonici si mette subito sulla pista giusta. Ma altri eventi raccapriccianti complicano la situazione: i due banditi riescono anche a mettere le mani sul gruzzolo continuando a sputare fuoco. Dannato destino: nessuno, ad ogni buon conto, se ne vedrà bene.
Capita raramente di non poter trattenere la risata durante una sequenza sanguinosa. Accade frequentemente in "Fargo" dove la finzione aumenta a livello esponenziale, coinvolgendo in un assurdo gioco comico temi serissimi: un sequestro di persona che finisce tragicamente, due giovani testimoni che vengono accoppati, un poliziotto freddato a distanza ravvicinata e così via. La grandezza di Joel Coen sta proprio nel dare una valenza ironica e fumettistica ai protagonisti del racconto. Si ha spesso l'impressione che nella beatitudine dell'incoscienza, avvolti dalla cupidigia e dalla smania del vile denaro, questi molti personaggi in cerca d'autore agiscano assurdamente nella consapevolezza di non volersi mai prendere sul serio per ragioni di contratto. Per riuscire in questa grande impresa non si può proprio fare a meno di un team di attori straordinari. William H.Macy e Frances McDormand dominano la scena in un mitico faccia a faccia. I due lupi famelici Steve Buscemi e Peter Stormare, nonostante i litri di sangue versato, sembrano sbucati fuori da un cartone animato di Walt Disney.
Cinema Kursaal Santalucia, Bari - Giugno 1996 |