Divorato dall'ambizione, Aldo (Dallesandro) giovane avanzo di galera assoldato dai camorristi come funzionario del racket, vuole a tutti i costi bruciare le tappe aspirando al ruolo di capo indiscusso della malavita. Ma trova sulla sua strada il potente e impassibile Don Enrico (Raymond Pellegrin) che al vertice della cosca, dopo averlo umiliato e linciato davanti ai suoi sgherri, lo costringe ad abbandonare Napoli. Aldo non demorde e per vendicare l'offesa mette in piedi per conto suo una nuova banda con la complicità di alcuni motociclisti; conosce anche una ragazza (Casini) che lo segue ciecamente perchè innamorata, senza però riuscire a condividere i suoi metodi violenti e pericolosi. Riuscirà a fare il salto di qualità, sgominando i suoi rivali, ma non avrà modo di godersi la sua fetta di gloria: la spietata legge della camorra non ammette infatti colpi di testa.
Nel periodo d'oro del poliziottesco all'italiana Pasquale Squitieri si inserì nella sterminata filmografia di genere con un albo della sua trilogia camorristica ("Camorra" e "I guappi" i precedenti), realizzando questo frenetico pop-thriller con un ricco campionario di efferatezze, situazioni esasperate, inseguimenti e brutalità sparse. L'attore del momento era Joe "caschetto biondo" Dallesandro, importato dal cinema parodistico di Paul Morrisey, perfetto nella parte del balordo tutto nervi ed ossa. Ma "L'ambizioso" al di là dei suoi limiti apparenti resta ancor'oggi un poliziesco ben fatto, con una trama affascinante e con caratteristi che si fanno sempre rimpiangere (da Murolo ad Artesi), un pò paradossale in alcuni eccessi molto frequenti nel cinema di Squitieri ma comunque un gradino al di sopra dei sottoprodotti che uscivano a getto continuo in quel periodo straordinario per il cinema di cassetta.
RAICINEMA SAT - Ottobre 2008 |