"Il modo più pericoloso per scoprire un delitto...sostituirsi alla vittima". La frase di lancio di "White sands", non c'è che dire, è intrigante quanto una pubblicità allusiva. In realtà la funzionalità dell'opera regge solo nella prima mezz'ora, sviluppandosi successivamente nei cervellotici e intollerabili intrighi spionistici che procurano l'immediata esigenza di un antinevralgico. Di sparatorie e assassini braccati nemmeno l'ombra. In una sperduta cittadina del New Mexico uno sceriffo, Ray (Willem Dafoe), scopre il cadavere di un uomo accanto ad una valigetta contenente mezzo milione di dollari. L'ipotesi più attendindibile sembrerebbe essere quella del suicidio: chiunque fosse stato intenzionato ad ucciderlo non se ne sarebbe certo andato a mani vuote. Grazie all'autopsia Ray riesce a scoprire un numero telefonico (per la cronaca: scritto su un bigliettino ingerito volutamente dalla vittima) appartenente ad un certo Lennox (Mickey Rourke), un pericolosissimo trafficante d'armi, che il suicida avrebbe dovuto incontrare qualche giorno prima per uno scambio. Sostituendosi alla vittima Ray entra in affari con Lennox per l'acquisto di un'ingente partita di armi ad alta precisione; mentre il criminale non si accorge dello scambio di persona, una affascinante ed esperta ereditiera, Lane Bodine (M.E.Mastrantonio), entrata nella mediazione, regge il gioco. Le cose si complicano ulteriormente rivelando a poco a poco le identità nascoste dei vari personaggi. Molti politici corrotti e alcuni agenti federali avevano le mani in pasta: Ray si ritrova coinvolto in una colossale trappola della CIA che troverà il suo epilogio sullo spettacolare scenario del New Mexico del Sud con la più vasta distesa di dune di gesso del mondo. Uno Zabriskie Point degli anni '90.
"White sands": film con poche sorprese, che si trascina lentamente e con scarsa convizione, con una splendida e sprecata fotografia di lusso (Peter Menzies jr.). Roger Donaldson, autore di ben altri lungometraggi più convincenti ("Senza via di scampo" di qualche anno fa, ad esempio) si è affidato ad una sceneggiatura pasticciata e inverosimile. Scontato e senza sorprese il ritorno di un misterioso Mickey Rourke, nei panni di un cattivo di turno molto poco convinto. Divertente e risibile il detective inventato su misura per un volenteroso Willem Dafoe. L'unica a non rimetterci la faccia è una Mary Elizabeth Mastrantonio cui hanno riservato la poltrona di seducente rovinafamiglie. Peccato che il detective, affetto da una stranissima monogamia, gli si concede per sbaglio molto pudicamente. Il pubblico avrebbe meritato qualcosina in più di un prevedibile e scontato amplesso sotto la doccia scrosciante.
Cinema Impero, Trani - 25 Ottobre 1992 |