Collage malconcio che segue la formula di successo in quegli anni (inaugurata proprio con "I mostri" di Risi) per inseguire comuni obiettivi di convenienza produttiva: attori italiani di fama con paga dimezzata, intervento di altri paesi europei per la realizzazione (altrimenti non si spiegherebbe la presenza di Jean-Claude Brialy), piccole idee inadeguate al metraggio lungo. "I nostri mariti" già in partenza rivela pecche dovute a mancanza di omogeneità: i titoli di testa partono in bianco e nero, poi dopo la sequenza d'apertura tutto l'episodio restante intepretato da Sordi è girato con colori vivaci. Albertone è il "marito di Roberta": un triste e rassegnato impiegato del comune che si innamora perdutamente di una ragazza apprezzata sul palcoscenico nel ruolo di gendarme con baffi finti e atteggiamento androgino. Scoprirà dopo il matrimonio che le strane tendenze mascoline della consorte, che gli si nega a letto e lo picchia selvaggiamente, necessitano di un pronto intervento in sala operatoria per fare chiarezza sessuale. In breve il poveretto dovrà rassegnarsi ad accettare che la sua Roberta diventi uomo a tutti gli effetti. L'amore è cieco e il disperato marito deluso verrà arrestato dalla forza pubblica per aver osato baciare l'ex-moglie durante la libera uscita dei soldati... Jean-Claude Brialy nel segmento successivo è "Il marito di Olga", un altro disgraziato che si innamora perdutamente di una giovane e piacente ereditiera. Ma tutto è legato al vincolo della procreazione e il poveretto, per un triste gioco del destino, essendo impotente dovrà chiedere aiuto ad un suo brillante collega con l'apparato riproduttivo in regola. Nell'ultimo episodio ("Il marito di Attilia") Ugo Tognazzi è un agente in incognito che per riuscire ad inchiodare un evaso comincia a circuire la moglie di quest'ultimo nella speranza di farlo tornare a casa. Il criminale quando si accorge che l'adulterio è frutto di una finzione, sarà ben lieto di tornare in carcere con l'onore salvo.
C'è tutta l'Italia provincialotta degli anni '60 in questo collage non proprio irresistibile dove tutti, da Sordi a Tognazzi, prestano servizio svogliatamente e comunque col minimo impegno. I tre registi fanno quello che possono (il primo segmento forse ha una marcia in più) affrontando argomenti comunque trasgressivi e insoliti per l'epoca (adulterio, cambio di sesso, impotenza) sui quali il buon Marco Ferreri avrà modo di soffermarsi con maggiore attenzione. Più che divertire il film fa riflettere; ingannati dall'illusione di un progresso generazionale alcuni tabù legati all'istituzione matrimoniale a distanza di anni anzichè affievolirsi si sono irrobustiti.
DVD - 11 Ottobre 2008 |