Lo scienziato Bruce Banner (Edward Norton) per ragioni d'ordine pubblico deve necessariamente mantenere la calma, non può permettersi affatto il lusso dell'irascibilità. Altrimenti diventa letteralmente verde dalla rabbia costituendo un pericolo per se e per gli altri. Il tutto è dovuto ad una contaminazione da raggi gam_ma acquisita durante una sperimentazione che ne ha alterato gli equilibri sanguigni, trasformandolo suo malgrado in un muscoloso supereroe verdastro.
In incognito, al riparo dall'esercito statunitense che vorrebbe catturarlo per testarne le doti belliche (un soldato di questa portata è il sogno di ogni generale), si concede buffe sedute di autocontrollo al cospetto di maestri brasiliani in una babelica favelas di Rio. Ma viene fatalmente intercettato ed è costretto nuovamente a scappare e a nascondersi, concedendosi nel frattempo qualche letale trasformazione mentre fa a pezzi l'esercito nemico. Scopriamo tuttavia che è innamorato perso della dottoressa Ross (Liv Tyler), figlia del generale suo acerrimo rivale; riecheggiano temi shakesperiani e da tragedia greca in questa ingarbugliata contaminazione di generi.
Per ovvie necessità gli sceneggiatori di turno gli trovano un nemico nuovo di zecca: un mercenario europeo (Tim Roth) che per combattere Hulk ad armi pari si sottopone volutamente alla micidiale esposizione radioattiva, trasformandosi nella mostruosa (e cattiva) creatura "Abominio".
Fra duelli all'ultimo salto, macchine sfasciate e manto stradale fatto a pezzi, con il goffo eroe che urla a squarciagola il mitico grido di battaglia "Hulk spacca!" si arriva allo scontro finale giusto in tempo di chiusura. Ma c'è un doppio, anzi un triplice finale telefonato: se non ci si impunta si correrà il rischio di ritrovarsi prossimamente Hulk contro Iron Man.
Rischiava di essere un remake a pochi anni di distanza dall'equilibrato ed esauriente Hulk di Ang Lee del 2003 con Eric Bana ad occupare i panni frequentemente lacerati del gigante rissoso color pistacchio nato più di quarant'anni fa dalla penna di Stan Lee (che nel film appare in un delizioso cameo).
Eppure le immagini iniziali mettono tutti a tacere, dando per scontato che il pubblico di affezionati debba necessariamente conoscere il curriculum del fumettistico protagonista. E così privo di numerazione sequenziale L'incredibile Hulk si ritrova ad essere a tutti gli effetti una seconda puntata con un differente cast artistico. Una versione dei fatti, secondo lo stile innovativo di un nuovo equipaggio.
Ma la musica non cambia. A parte un leggerissimo picco di ironia che permette agli autori di giocare con citazioni e partecipazioni speciali (si rivede fugacemente anche Lou Ferrigno che interpretava Hulk nella serie televisiva) che solo i più esperti riusciranno a cogliere.
Edward Norton e Tim Ro_th, solitamente impegnati in scenari molto diversi da questo, sono comunque bravissimi e si concedono con fiducia alle fantastiche iniziative del regista Louis Letterier nel tripudio generale di effetti speciali ed esasperazione della fantasia. Con tutte i presupposti di un tradizionale blockbuster anche questo passa in fretta, seguendo il percorso logico del pronto consumo, avviandosi verso una archiviazione immediata. Fra le novità degne di nota si segnalano un ritrovato ed irriconoscibile William Hurt accompagnato dalle curve in sfilata della bella Liv Tyler che in alcuni frangenti del film fa degno omaggio alla Jessica Lange del King Kong di John Guiller_min, citando forse pure La bella e la bestia. Ma c'è spazio anche per un umorismo non proprio fine che farà arrossire le educande.
Non a caso la parte più divertente e involontariamente comica è quella centrale in cui Banner al cospetto della sua bella capisce che lo stimolo sessuale provoca gli stessi effetti devastanti della collera ed è costretto con dispiacere a controllarsi; se i pubblicitari avessero occhi e orecchie aperte per trarne spunto non esiterebbero a modificare la colorazione della prodigiosa pillola blu più ricercata nel mondo usando Hulk come testimonial, rendendola d'un verde luminoso che poi neanche a farlo apposta è il colore della speranza...

Cinema Impero, Trani - Giugno 2008 (Barisera)