Guido Massaccesi (G.Giannini) è un annoiato sciupafemmine di origini toscane che si è stabilito per lavoro a Roma dove fa il bancario, ma non ha più un dialogo né con sua moglie, né tanto meno con il figlio adolescente. Improvvisamente gli arriva da Rosignano Solvay (Livorno), suo paese natale, la notizia che il padre è in agonia e non gli resterà molto tempo da vivere. Guido lascia tutto, si mette in viaggio a bordo della sua berlina per affrontare questa triste trasferta ma non ha la minima intenzione di partire da solo. Vuole condividere questo pesante tragitto sulla costa tirrenica con una donna, magari un'amante. E allora si mette in contatto con una sua vecchia fiamma che improvvisamente gli da buca, consentendo però alla sua amica americana Anita (Goldie Hawn) di viaggiare al suo posto. Anita è una ragazza emancipata, ma non è una stupida. Si sottrae al facile gioco della conquista adottato dal latin lover che gli sta accanto, però poi cede e si innamora. I due si ritrovano inspiegabilmente complici, fra un disastro e l'altro e una surreale gita su un'Isola del Giglio svuotata dalla bassa stagione. Quando la breve vacanza si conclude Guido si ritrova improvvisamente catapultato nelle questioni familiari legate al funerale, e nel fatto che non vede i suoi parenti da tempo oltre alla scoperta, cosa davvero insolita, che anche il defunto genitore non fosse stato uno stinco di santo. L'epilogo consentirà a Guido di scoprire finalmente le carte in tavola e di abbattere le ipocrisie e i condizionamenti: tutti i suoi interlocutori del resto avranno qualcosa da farsi perdonare. La povera Anita, parcheggiata in uno squallido motel, deciderà di procedere per la sua strada. In fondo l'Italia è molto più bella e semplice degli italiani...
“Viaggio con Anita” è uno dei film minori nonchè più rari di Mario Monicelli, ma ha alle spalle una genesi particolare che è interessante ricordare. Il soggetto di venti pagine fu scritto da Federico Fellini addirittura prima della realizzazione de “La dolce vita”. Il progetto originario prevedeva la partecipazione di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Monicelli recuperò l'idea di partenza rimaneggiandola con l'apporto di Benvenuti, De Bernardi e Pinelli. Nelle mani del regista toscano il film è diventato una satira feroce su alcuni aspetti che erano stati già sviluppati a livello esponenziale in "Amici miei". Giancarlo Giannini sembra uscito da una costola di quel soggetto: un amico più giovane, stavolta solo per scelta, in balìa di un pianeta donna sempre più ostile. Infatti sviluppa un personaggio gaudente, beffardo, leggermente misogino e scapestrato che mentre percorre una strada triste dove il capolinea è una casa natale tappezzata a lutto, cerca la facile distrazione esorcizzando la morte con i piaceri della vita. Nonostante una straordinaria idea italiana di partenza il film sembra sospeso e irrisolto. Felice e scanzonato nella prima parte on the road dove ci si riallaccia al tema del viaggio, un pò fiacco e accartociato in un finale non proprio scontato dove i due protagonisti improvvisamente seguono strade diverse. Una giovanissima Goldie Hawn si destreggia abilmente nel ruolo della ragazza americana, ma attorno ad un Giannini un pò rilassato ci sono degli illustri compagni provenienti dal cinema nobile. Il fratello maggiore Renzo Montagnani, la cognata Aurore Clement, la brava Andrea Ferreol nei panni della giovane amante di papà che ha vissuto segretamente al suo fianco per più di vent'anni. C'è un'incombente maledizione caratteriale della toscanità, che solo Monicelli è stato capace di suggerire nel corso della sua filmografia. Ma quello che stupisce è che questo film stilisticamente raffinatissimo, che si pregia di una delle più belle partiture lounge scritte da Ennio Morricone, sia tuttora facilmente reperibile più negli Stati Uniti (ragioni coproduttive?). In Italia giace nel dimenticatoio. Analizzandolo a fondo, nella sua genuina imperfezione, si individuano comunque delle lampanti lezioni di cinema.
MGM Channel - 2 Novembre 2008 |