Bond 11. La programmazione, che era sempre stata una costante nel marchio di fabbrica della Eon nei riguardi dei Bond movies, in occasione della quarta avventura di Roger Moore subì un forzato cambiamento. Nei titoli di coda del precedente "La spia che mi amava" era stato anticipato il ritorno dell'agente segreto in "Solo per i tuoi occhi", che di fatto fu necessariamente rinviato all'anno successivo per adattare 007 al successo sempre più dilagante dei film di fantascienza. Erano gli anni in cui "Guerre stellari" e "Incontri ravvicinati del terzo tipo" avevano riscontrato il gradimento del pubblico per le nuove tematiche spaziali e avveniristiche: anche James Bond si sarebbe dovuto adeguare alle ragioni commerciali della moderna tendenza. Per l'occasione fu rispolverato un vecchio romanzo di Ian Fleming (tradotto in Italia col titolo: "Il grande slam della morte"), dove puntualmente gli orientamenti dell'autore erano rivolti a ben altri contesti. L'undicesimo Bond della serie ufficiale pertanto non convinse affatto la critica, ma questo non preoccupò affatto i produttori. "Moonraker" incassò cifre stratosferiche, nonostante fosse costato un patrimonio. Lo scenografo Ken Adams infatti fu letteralmente preso da manie di grandezza facendo costruire i set più impegnativi e affascinanti che gli studi Pinewood avessero mai conosciuto. Lo schema collaudato anche stavolta non subì alcun cambiamento (tanto più che in cabina di regia su riconfermato Lewis Gilbert), ma i duelli laser nello spazio e i cattivi da operetta stavano logorando letteralmente il personaggio stravolgendone il romanticismo degli anni d'oro.

James Bond viene richiamato in servizio per indagare sulla misteriosa scomparsa di una navetta spaziale prestata al governo britannico. Le indagini lo porteranno a fare il giro del mondo (fra cui una avvincente puntata a Venezia) per scoprire i piani criminali di un certo Drax (Michael Lonsdale), che vuole distruggere il pianeta con un gas nervino, al fine di ricostituire una nuova civiltà (sempre la stessa solfa...). I propositi neonazisti ovviamente vengono sovvertiti da Bond che, a sorpresa, farà gioco di squadra con lo "Squalo", il ritrovato gigante buono che si sacrificherà per la giusta causa.

Giocattolone spiritoso, condizionato terribilmente dal peggio cinematografico di quegli anni, "Moonraker" fu definito da Giovanni Grazzini "un allegro disastro". Effettivamente in parte lo è. Perchè sveste incredibilmente l'agente al servizio segreto di sua maestà, stravolgendo la sua credibilità. Roger Moore appare stanco e svogliato, lo affianca una seducente Corinne Clery che per amor suo andrà incontro alla peggior fine. Michael Lonsdale è il pazzo criminale in uniforme, circondato dal solito clan di killer e scagnozzi imprevedibili. La parentesi notturna a Venezia comunque merita: una delizia per coloro i quali apprezzano il lavoro degli stuntman che, ad onor di cronaca, in "Moonraker" tocca vette altissime.

VHS - 1989