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FIDANZATA DI PAPÀ (LA)
Regia:
Enrico Oldoini
Interpreti:
Massimo Boldi, Simona Ventura, Nino Frassica, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Teresa Mannino, Bruno Arena, Max Cavallari, Loredana De Nardis
Durata: 101'
Nazionalità: Italia 2008
Genere: commedia
Stagione: 2008-2009
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Mai nella storia del cinema un finale si è rivelato così liberatorio, come quello de "La fidanzata di papà". In un tocco geniale che a pochi ricorderà il lontanissimo "Action" diretto da Tinto Brass nel 1979, poco prima dei titoli di coda entrano in scena macchinisti, elettricisti e operatori festeggiando, con buona probabilità, l'ultimo ciak. In sala a questo allegro festino si è unito anche quel pubblico depresso che probabilmente va al cinema alla ricerca di un'alternativa alla televisione e, in definitiva, si trova in balìa di promesse da marinaio che non possono essere mantenute. Ad essere sinceri se si pensa che il conto alla rovescia si era fatto più duro del previsto, il sollievo assume un valore indicibile. Il lavoro pre-natalizio di Oldoini e company, che ha rilevato il buon Claudio Risi dello scorso anno (ma per dirigere simili canovacci andrebbe bene anche un regista d'ufficio), non smuove d'una virgola lo stile della locandina, figuriamoci se potrebbe osare un timido cambiamento di formula. "La fidanzata di papà" muta soltanto alcuni ruoli di contorno (che all'atto pratico scatenano un sovraffollamento assurdo), ma resta un preconfezionato sottoprodotto da cartolina da dare necessariamente in pasto alle masse. Per cui ci toccano nell'ordine: l'ambientazione americana (stavolta la Miami fotografata dalla seconda unità, con delle terribile panoramiche dall'alto di raccordo come nei vecchi telefilm polizieschi), un ritorno a Cortina d'Ampezzo che vuol essere un omaggio al leggendario capostipite del cinepanettone che tocca quest'anno il 25esimo anniversario, gags appiccicate con lo sputo per giustificare un cast eterogeneo e male assortito. Massimo Boldi è un padre di famiglia che gestisce un albergo in montagna. Sta per diventare nonno perchè suo figlio, che vive e studia in America, si è innamorato della figlia di una donna in carriera (Simona Ventura) che gestisce una catena di ristoranti. Per abbreviare i poco credibili collegamenti fra i vari protagonisti, è sufficiente un riassunto: Nino Frassica è il consuocero di origine siciliana che si esprime con surreali spropositi linguistici; Biagio Izzo un assistente personale en travesti; Enzo Salvi un volgarissimo cuoco, parente del protagonista, che rutta, tasta le parti basse, si esprime con i fiori; la siciliana Teresa Mannino (pescata da "Zelig") è la fidanzata segreta di papà; Elisabetta Canalis è una seducente rovinafamiglie anoressica; i Fichi d'India entrano ed escono di scena senza dover dar conto a nessuno. Ci sono poi degli omaggi in chiave d'oltraggio: dallo scambio delle culle di "C'era una volta in America" alla lettera di "Totò, Peppino e la malafemmina" scritta addirittura dalla coppia Boldi-Salvi in un formidabile duetto di alta scuola triviale.
Privo di trama il film è un teatro spoglio dove quindici attori recitano a soggetto, o meglio "a posa" (la Ventura è come se guardasse sempre l'orologio), senza la necessità di una spiegazione. Se ci si rammarica ogni volta del pessimo stato del nostro cinema leggero è solo per colpa della carenza degli autori; in fondo un attore non è altro che un tramite fra quello che il pubblico vuole e quello che lo showbusiness è in grado di dare. Sta diventando però sempre più evidente la crisi di un comico un tempo professionale come Massimo Boldi che, illudendosi nel dare una svolta alla propria carriera, si sta avviando verso una degenerazione che mette più imbarazzo che tristezza. Sul ponte sempre più corto fra cinema e tv non è il caso di soffermarsi: se la Canalis e la Ventura possono ergersi al ruolo di attrici protagoniste, il dato non dovrebbe affatto stupirci visto che ormai in prima linea trionfano gli sconosciuti, i tronisti e i vincitori dei reality. Ma se a questo scempio di fine anno fosse posto un limite, ne guadagnerebbe l'economia dello spettatore pagante più che pensante. Al cinema, infatti, non ci hanno ancora dato la possibilità di cambiare canale.
Cinema Impero, Trani - 15 Novembre 2008 (Barisera) |
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