Nuovo formidabile colpo in canna per il vecchio Clint che, tagliando il traguardo dei suoi 78 anni, è sceso ormai dalla sella, preferendo la magia della macchina da presa, scelta che gli ha permesso di tirar fuori un capolavoro dopo l'altro. Anche "Changeling" si allinea perfettamente con le sue folgoranti attitudini strettamente legate al cinema d'autore classico. Eastwood infatti ha assimilato benissimo gli insegnamenti di Don Siegel e di Sergio Leone ed è riuscito a mediare questi due stili completamenti diversi cogliendo da un lato l'asciuttezza e il rigore formale dell'autore di "Fuga da Alcatraz", dall'altro l'epica e l'enfasi dell'artefice della trilogia del dollaro. "Changeling" nasce sotto la buona stella di genitori illustri e rappresenta un pò il punto d'arrivo di un cinema sociale che racconta la cronaca americana degli anni più bui. Il punto centrale di questo suo ultimo lavoro è il tema della giustizia. Una vera e propria chimera per i difficili anni '20 vissuti in America, all'ombra della corruzione e della sottomissione ad un repressivo stato di polizia. Eastwood racconta una storia vera avvenuta a Los Angeles nel marzo del 1928. Walter Collins, un bimbo di soli nove anni che vive con sua madre Christine (Angelina Jolie), svanisce nel nulla mettendo a dura prova il lavoro investigativo del dipartimento di polizia ("LAPD"). Mentre la stampa preme perchè questa triste storia trovi un lieto fine, la madre Christine è in preda alla disperazione e al rimorso per averlo lasciato incustodito. Qualche mese dopo in Illinois in compagnia di un vagabondo viene ritrovato un bambino che corrisponde alla descrizione del piccolo Collins; con enfasi ed entusiasmo sia i poliziotti che i giornalisti riconsegnano il bambino alla madre rimettendo a lucido la credibilità del dipartimento. Ma appare evidente già dal primo contatto che il bimbo ritrovato è solo un impostore, un innocente ragazzino bisognoso di un nucleo familiare a cui hanno fatto il lavaggio del cervello per chiudere in fretta il caso. Mettetevi nei panni della povera e spiazzata Christine: che sa di non aver ritrovato il suo vero figlio e rischia di impazzire perchè gli viene negata la verità. Schierandosi a giusta ragione contro i poliziotti corrotti che la obbligano a riconoscere un figlio che non gli appartiene, viene rinchiusa in un istituto psichiatrico e sottoposta alle umilianti torture previste dal "codice 12" (un trattamento riservato dai poliziotti ai cittadini scomodi). La verità non tarderà a venire a galla: dietro la scomparsa del suo bambino si nasconde una catena di misfatti compiuti da un orco infame. A Christine verrà restituita la libertà e la forza per continuare a lottare grazie all'intervento provvidenziale di un reverendo (John Malkovich) che sta combattendo una crociata per i diritti umani. Il conseguente processo civile e penale contro il dipartimento stravolse le cattive abitudini del dipartimento e gli insani metodi intimidatori a danno di cittadini innocenti. Il calvario dei Collins servì se non altro a ristabilire le regole umane in un territorio che aveva perso la sua dignità.

"Changeling" è un dramma esasperato sulla lotta impari contro il muro di gomma dell'omertà e dell'ingiustizia. Attraverso la triste e veritiera esperienza di una madre sola, inerme davanti all'improvvisa e misteriosa scomparsa del suo unico figlio, Eastwood racconta un'America irriconoscibile, terra di soprusi e violenza, capace di osteggiare i diritti civili, allontanando il senso della democrazia. Per la sua crudezza e una violenza psicologica e fisica mostrata senza alcuna censura, il film si sottopone a molteplici chiavi di letture. Il merito del suo autore è quello di aver riportato alla luce la macchia indelebile di una realtà sociale legata più all'incubo che al sogno americano. Non ci sono tra l'altro finalità morali da parte di Eastwood; questa pagina nera venuta fuori dagli archivi del dipartimento coinvolse un serial killer di bambini, portò ad un'impiccagione, stravolse l'equilibrio mentale di una donna sola contro tutti. Oltre alla sua pregevolezza tecnica (la fotografia di un grande Tom Stern e le musiche malinconiche composte dallo stesso regista) è un lavoro che ci consente di apprezzare al massimo la sorprendente trasformazione di un'attrice rinata sotto la buona stella del cinema di serie A. Un'irriconoscibile ed impressionante Angelina Jolie conferisce al suo ruolo l'essenzialità della sofferenza, il senso perduto di una solitudine materna, divorata da inquietanti sensi di colpa. E i cattivi hanno modo di aggrapparsi ad una pietas che appartiene ad un cinema nobile, all'alta cavalleria di un autore che ormai può solo essere di esempio. Il film è stato presentato a Cannes ma la palma d'Oro è andata altrove ed è un vero peccato. Ma la notte degli Oscar porterà consiglio...

UCI Cinemas, Molfetta - 17 Novembre 2008