Inquietante, disturbante, rivoltante, morboso, malato. Potremmo sforzarci nel cercare ed elencare molti altri aggettivi, ma ci ritroveremo sempre al punto di partenza. "Possession" di Andrzej Zulawski, uno dei registi europei più anticonformisti ed originali che il cinema ricordi, è un'opera (definirlo film sarebbe riduttivo) che si sottrae a qualsiasi valutazione oggettiva. E' un film complesso, scritto di getto dall'autore durante un periodo negativo della sua vita personale, che sottopone lo spettatore a mille interpretazioni, illudendolo, forse perchè privo di una vera chiave di lettura plausibile. Il film, girato in un quartiere di una Berlino irreale ancora divisa dal muro, racconta dell'inspiegabile e spiazzante cambiamento di una donna (Isabelle Adjani) che improvvisamente smette d'amare il suo uomo e il suo bambino rinunciando ai suoi doveri coniugali. In un primo momento si pensa ad una presunta infedeltà, ad un nuovo amore sbocciato per caso, visto che il povero marito tradito (Sam Neill) si imbatte in un altro individuo con il quale crede di dividere la moglie. Ma la verità raccapricciante e assurda si nasconde all'interno di un appartamento di uno stabile signorile che la moglie condivide nelle ore liete con un viscido e disgustoso polipo informe. Un mostro partorito da una pazzia visionaria, o la reincarnazione di un male dovuto ad uno sdoppiamento di personalità? Zulawski preferisce abbandonare a se stesso lo spettatore attraverso misteriose acrobazie della macchina da presa, una disgustosa sequenza lunghissima girata nel sottosuolo della metropolitana dove la Adjani (bravissima) si dimena ossessivamente perchè posseduta da un'entità misteriosa. E sangue, fiumi di sangue. Quello che rende "Possession" un magico e delirante horror metropolitano è l'apparente normalità del contesto. Una famiglia felice, una casa perfetta, una illusoria armonia. L'angoscia è rappresentata attraverso repentini sbalzi di umore, omicidi immotivati, il sottile filo della violenza che si raggomitola in un'atmosfera disturbata dall'occulta presenza del male.
Il talento visionario di Zulawski sfrutta tuttavia la necessità di ricorrere a spiazzanti effetti speciali (curati da Carlo Rambaldi) che fungono da cornice non essenziale. Per questo motivo "Possession" si sottrae alla classificazione generica di uno splatter movie perchè non si risolve attraverso furbi espedienti impressionanti fini a se stessi. E' un film dai molteplici significati in cui si ritrova il malessere moderno che spesso sfocia in inspiegabili e mostruosi crimini commessi fra le mura domestiche. Un film che ha sconvolto e spiazzato, schiavo di una maledizione che lo ha spesso sottratto alla sua integrità (per cui se ne consiglia vivamente la versione non censurata) e che deve la sua fortuna a due formidabili attori protagonisti dalla proverbiale generosità.
DVD - 3 Dicembre 2008 |