Il mistero di "Passengers" resiste anche a bassa quota, spiazzando e sballottando lo spettatore fra gli spifferi di varie correnti cinematografiche, rendendo brusco e poco confortevole un improbabile atterraggio fuori dalla pista della verosimiglianza. E svanisce così, fra il torpore e l'insostenibilità dovuta ad una lentezza di fondo, anche questo ennesimo tentativo di raggirare il povero incauto spettatore rifirandogli un trailer più bugiardo ed inaffidabile del solito. Il pubblico è avvisato: non c'è nessun aspetto del film per il quale valga la pena spendere due ore scarse del proprio tempo. Delusi gli appassionati del genere catastrofico, spiazzati gli amanti del thriller, il film trova (non ci sono parole) un'improvvisa svolta sentimentale e metafisica a metà strada fra "Ghost" e "Il sesto senso". Non vale la pena aggiungere altro, forse ci siamo già capiti. Un tragico disastro aereo fa vittime e superstiti. Dieci passeggeri sopravvissuti decidono di accogliere l'assistenza morale di Claire Summers (Anne Hathaway), intraprendente psicoterapeuta. Ma c'è qualcosa che non quadra: la dottoressa si sofferma su Eric (Patric Wilson), un superstite che sfoggia incredibili ed entusiastici segnali di ripresa ma che ha poi dei repentini cambiamenti d'umore che sfociano in tendenze suicide. Nel frattempo gli altri pazienti svaniscono nel nulla, una strana vicina di casa gli si presenta puntualmente nell'appartamento improvvisando anomale visite di cortesia. Cosa sta succedendo? Come dice giustamente uno dei protagonisti: "ci sono cose che non si possono spiegare, bisogna comprenderle da soli". Ed infatti una buona dose di fosforo ed intuito è quello che il film richiede per la finale ricostruzione del complesso mosaico.
La povera Anne Hathwaway si barcamena in un contesto ostile, fa gli occhioni da cerbiatto, cede ad una goffa love story ma come Alice nel paese delle meraviglie cerca solo conforto e comprensione. Un irritante e imbolsito David Morse si cimenta in apparizioni misteriose e sinistre, come se ci fossero ogni volta fantasmi (è un indizio) dietro l'angolo. Il regista Rodrigo Garcia (chi era costui?) firma un prodotto velleitario che, non sapendo da che parte stare, sciaqua i panni sporchi sulle rive di un improbabile contesto paranormale. Ma qui più che di disastro aereo, sarebbe il caso di parlare di disastro cinematografico bello e buono. Sprecati e oltremodo inutili al sostegno, anche i risibili effetti speciali realizzati col più classico dei croma-key. Per inciso: in sala eravamo in tre, ma non ci siamo chiesti il perchè.
UCI Cinemas, Molfetta - 9 Dicembre 2008
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