Come ha fatto un giovane disgraziato indiano come Jamal ad approdare al multimilionario jackpot finale del più famoso quiz televisivo nazionale? Il ragazzo non ha alcuna preparazione culturale, viene dalle baraccopoli di Mumbai (Bombay), ma ha lo sguardo e la sicurezza di chi è pronto a giocarsela fino in fondo. Eppure la soluzione alle domande sta proprio nella sua esperienza personale; Jamal affronta il suo esame ripercorrendo tutto il suo passato, trovando accidentalmente indizi utili nella vita trascorsa. A telecamere spente, prima della messa in onda del gran finale, viene sequestrato e malmenato in un distretto di polizia dagli agenti che lo accusano di aver raggirato con qualche imbroglio la regolarità del concorso. Ma la verità è un'altra: più che al benessere economico, forse il traguardo più evidente al cospetto di una sua predisposizione naturale alla povertà, Jamal aspira a riconquistare attraverso la gloria della notorietà televisiva il suo primo amore giovanile che le circostanze avverse hanno sempre allontanato. Latika, la compagna di disavventure e di traumi infantili, è infatti rinchiusa nella faraonica residenza di un volgarissimo e manesco uomo d'affari e lui sa bene che non ha alcuna possibilità di recuperarla. Ma tutte le favole, anche quelle cariche di disperazione, hanno sempre un lieto fine: con un pizzico di fortuna il neo milionario riuscirà ad esaudire il suo sogno.
Il poliedrico e originale Danny Boyle (autore di "Trainspotting" e "The beach") deve aver avuto per questo progetto una vera e propria folgorazione. "The millionaire", completamente girato in India a contatto con particolari scenari e tradizioni, sembra un perfetto riadattamento dei temi cari a Frank Capra. Il bravo regista comunque somministra piccole dosi di commedia, incrementando invece il ricorso al puro dramma sociale. Per questo motivo in alcune fasi del film ci viene mostrato un rivoltante ed autentico spaccato delle bidonville indiane che, senza mediazioni edulcorate, ci riportano da vicino ai temi inquietanti della violenza sui minori, dello sfruttamento della prostituzione. La trovata geniale del film è quella di far rivivere attraverso la superficiale e vuota cornice del quiz televisivo l'esistenza tormentata del suo giovane protagonista. Un'esistenza disperata e traumatica fra accattonaggio, piccoli furti, rapporti incrociati con la malavita. L'autore completa la sua full immersion nel cinema "bollywoodiano" affidandosi ad attori indiani meravigliosamente perfetti nei loro ruoli. Il film diverte e rattistra, gioca con disinvoltura nel terreno fertile di un racconto con tempi cinematografici perfetti, si avvita con mestiere alla struttura della favola moderna. Con il magico tocco di Dickens che, ad ogni buon conto, non avrebbe mai potuto immaginare questa totale assenza di umanità. E con un pizzico di sarcasmo wertmulleriano: Jamal non è poi tanto distante da quel Pasqualino Settebellezze, Pulcinella disilluso, che scalpitava nell'inferno del campo di concentramento per ritrovare la salvezza e la dignità di uomo.
UCI Cinemas, Molfetta - 11 Dicembre 2008 |