Romanzetto illustrato sulla vita di corte relativa all'aristocrazia londinese di fine '700: con i fermenti rivoluzionari alle porte e un maschilismo dilagante ed oppressivo che azzerava di fatto la dignità femminile. Lady Georgiana Spencer (Keira Knightley), orfana di padre, viene data in sposa dalla lungimirante madre (Charlotte Rampling) al ricco e annoiato duca del Devonshire (Ralph Fiennes). Un matrimonio su procura, nonostante i due sposini siano entrambi belli e sereni, non è l'ideale premessa per una felicità duratura. Ed infatti il duca scopre in fretta le carte, manifestando palesemente di aver sposato la povera Georgiana con lo scopo di avere presto un erede maschio. Cosa che puntualmente non avviene perchè dopo sei anni di nozze la povera duchessa riesce a mettere al mondo soltando due femmine, che suo marito a stento degna di considerazione. Come se non bastasse il duca, affetto da una irrefrenabile ed incorreggibile predisposizione all'infedeltà, la costringe ad occuparsi di una figliastra avuta da una relazione con una sua cameriera. E, insoddisfatto dalla sensibilità della dolce duchessa, la obbliga addirittura a tollerare un insano menàge a troix, portandogli in casa una concubina di pari rango che non batte ciglio. Alla povera Georgiana, afflitta e delusa dalla mancanza d'amore, non resta altro che cercare di contenere la sua disperazione facendosi consolare dal conte Grey, che in virtù sua l'ama davvero e vorrebbe convincerla a scappare dal palazzo. Finale aperto, con impennate e cadute da melodramma...
Presentato fuori concorso alla Festa di Roma, "The duchess" è un classico e convenzionale film in costume dove la struttura sovrasta la sostanza. Pieno di idee e diretti riferimenti con la moderna aristocrazia inglese è un film che vorrebbe metaforicamente ripercorrere il triste destino di un'antenata della povera Lady Diana Spencer, ricostruendone il calvario umano e sentimentale. In un mondo chiuso a riccio nell'esasperazione della forma e del superfluo la povera duchessa si sottopone ad un martirio psicologico e fisico, vero e proprio "mobbing" forzato all'interno di lussuose mura domestiche. Una vita fondata su un illusorio benessere esterno e su un insostenibile ed umiliante malessere sentimentale. Saul Dibb riesce comunque a portare avanti un discreto e funzionale avviamento della storia: più efficace e scorrevole nella sua prima parte, il film va incontro ad una irrimediabile e pesante caduta nella sezione successiva. Attori comunque in parte: uno schizzato e freddo Ralph Fiennes costruisce a ricamo il ruolo odioso di un misantropo egoista e prepotente schiavo dell'ipocrisia.
Cinema Alfieri, Corato - 3 Gennaio 2009 |