1943. Sul fronte mediorientale, rintanato nella tenda dove sta appuntando le sue memorie su un diario di guerra, il valoroso ufficiale tedesco Claus Schenk von Stauffenberg si accorge che la sua nazione prossima alla sconfitta è in preda alle manie di un folle e che lo sfascio è imminente. "Sento il dovere di fare qualcosa per salvare la Germania. Noi tutti, ufficiali dello Stato Maggiore, dobbiamo assumere la nostra parte di responsabilità", scriverà poco dopo alla moglie. Bersagliato dall'attacco aereo nemico, sale su una camionetta ma una bomba piovuta dal cielo ferma la sua fuga. Perforato dalle schegge della granata, il colonnello cade stordito con il volto sulla sabbia del deserto, che si tinge di un macabro color rosso. Perderà l'occhio sinistro, una mano e tre dita dell'altra. E' l'incipit meraviglioso di "Operazione valchiria", lavoro di complessa ricostruzione storica, diretto da Bryan Singer ("I soliti sospetti"). Un film dal respiro epico, accolto come spesso accade da polemiche superflue sull'attendibilità delle sue fonti e sulla politicizzazione del suo proposito, comunque baciato dalla mostruosa recitazione di un grande Tom Cruise, primo responsabile della sua inconfutabile bellezza. L'attentato alla vita di Hitler del 20 luglio 1944 viene rivissuto attraverso un sofisticato e sorprendente meccanismo ad orologeria che fa fede sulla superba e incredibile ricostruzione storica. Il "Piano Walkure" era il nome in codice di una segreta operazione militare preventiva studiata dal Reich, da attuare in caso di un possibile colpo di stato. Un minuzioso piano di allerta per proteggere le sorti della Germania da eventuali attacchi sovversivi o da rivoluzioni popolari. Nella realtà il colonnello Von Stauffenberg, in combutta con altri complottisti stanchi del fallimento storico del fuhrer, applicò idealmente il piano programmando un mirato attentato ai danni di Hitler, assumendone personalmente il comando. Ma come la storia ha poi dimostrato le circostanze avverse e una lunga serie di inconvenienti sfavorevoli determinarono il fallimento del colpo di stato, nonostante il suo ideatore fosse convinto della missione compiuta. Hitler riuscì a salvarsi, il "piano valchiria" ottenne una breve e inutile esecuzione, tutti i responsabili furono giustiziati per alto tradimento, senza neanche un giusto processo, e le discendenze perseguitate inesorabilmente. Von Stauffenberg sacrificò la sua vita gridando "Germania libera", fucilato da eroe all'età di 37 anni.
Ritmo serrato, splendida interpretazione e una precisione storica che sfiora la maniacalità costituiscono l'arma vincente di un film in cui lo stesso Cruise ha creduto fermamente, intervendo nella produzione. Il film riporta alla mente per certi versi il bellissimo "Ogro" di Pontecorvo, da cui recupera la minuziosa esposizione cronologica dei fatti accaduti. Una rilettura documentaristica di un evento storico, con un taglio secco, che dà pochissimo spazio ad espedienti di finzione. Grande cinema e splendida celebrazione di un eroe sconosciuto a molti, caduto per difendere l'onore del proprio paese dall'onta della vergogna e della disumanità. La cifra emozionale conferita al suo personaggio è altissima, pari soltanto alla sua generosità. Cruise si identifica nel suo mito, senza cedere alla celebrazione o all'enfasi, vivendo sulla sua pelle (e questo traspare) questo disagio umano. E quel saluto irriverente ("Heil Hitler") fatto, sotto sforzo, alzando la mano monca in onore del suo despota resta impresso nella memoria come un colpo di frusta, un violento squarcio.
Cinema Impero, Trani - 30 Gennaio 2009 |