Il matrimonio si trasforma in trincea già durante la fase delicata dei preparativi. L'organizzazione del grande evento come un piano di battaglia. Strategie disposte attraverso una precisa gerarchia di ruoli per evitare impedimenti, imprevisti e spiacevoli sorprese. Un percorso insidioso verso un traguardo comune: godere del più bel giorno della nostra vita nel luogo incantevole che abbiamo sempre sognato. Ma il progresso ha apportato esagerazioni inaccettabili: le emozioni non si possono programmare e ridurre in termini di logistica. Le ragioni e le regole del business stanno travolgendo la genuinità dei sentimenti: c'è un'industria fantasma, occultata attraverso lo scambio delle fedi, che si muove nell'ombra.Liv (Kate Hudson) ed Emma (Anne Hathaway), una bionda e l'altra bruna, sono amiche del cuore da quando erano bimbe e si divertivano a giocare al grande giorno, sognando il posto più bello e magico di New York: l'irraggiungibile salone delle feste dell'Hotel Plaza. Nella vita non hanno segreti, sebbene il diverso destino professionale le abbia divise sul piano sociale. Ma ironia, allegria e gioia di vivere le accomunano. Entrambe decidono di accellerare le rispettive relazioni sentimentali, per raggiungere al più presto l'altare. Si rivolgono ad una veterana del "wedding planner" (Candice Bergen) che organizza gli eventi più importanti dell'high-society newyorchese ed ha in pratica l'accesso esclusivo al mitico hotel dei loro sogni. Ma una brutta sorpresa scombina i loro piani: al Plaza c'è una sola data utile per i prossimi tre anni e una delle due dovrà pazientemente cambiare il luogo dell'evento. Buon senso e solidarietà femminile cedono il passo ad arroganza, cinismo e colpi bassi. Le due amiche si trasformano in due irriconoscibili iene, danneggiando irrimediabilmente il loro bellissimo rapporto di amicizia attraverso dispetti e scorrettezze e, stavolta, giocando sporco. Le questioni di principio sovvertono le regole più elementari del quieto vivere: le due streghe affilano i coltelli per vincere la loro battaglia in un lungo ed estenuante combattimento all'ultimo misfatto.
Commediuccia esile e futile, almeno quanto il mondo finto e fatuo che si limita a descrivere e (forse) a condannare, “Bride wars” rende inevitabilmente un pessimo servizio al pianeta donna. Le due attrici così distanti fra loro per bravura e simpatia offrono un discutibile campionario di amenità , luoghi comuni e moderni stereotipi più o meno legati agli immutati isterismi delle donne in carriera. Scannarsi per una cerimonia nuziale è forse una trovata da ultima spiaggia per un cinema leggero americano che, limitandosi a denunciare il malessere estetico delle nuove generazioni, è giunto probabilmente al suo capolinea. La piattezza televisiva ed un irrimediabile senso di noia appesantiscono l'insieme. Si ride a denti stretti e il vuoto scenico è a stento colmato dalle bellissime mille luci a giorno del cuore di New York che pulsa sempre, svelando ancora una volta la sua magica ed eterna bellezza.
Cinema Alfieri, Corato - 22 Febbraio 2009 (Barisera) |