Nella soffitta di casa Disney ci sono ancora sfere magiche funzionanti. Lo attestano la meraviglia e lo stupore dei bambini che fanno ancora“ooh” davanti all'inconfondibile (ma aggiornato) marchio di fabbrica, sinonimo di qualità, che apre come di consueto tutti i prodotti lanciati dall'azienda.
Non deve essere facile quindi per i creativi della bottega spremere le meningi quanto basta per combattere l'agguerita concorrenza che, soprattutto durante le festività natalizie, è chiamata a fare lo straordinario. I geniali cugini della Pixar tra l'altro hanno già dato e raccolto molto con “Ratatouille”, uno dei film più interessanti di questa stagione, e la sfida si preannuncia complicata a monte. Ma non è detto... Ecco che dal cilindro senza fondo dell'umano ingegno salta fuori una commedia dei buoni sentimenti come questa dove il mondo new age delle fiabe è costretto a misurarsi col mondo dark reale. Un giochetto un po' datato e abituale dove l'interscambio fra quotidiano e fantasia si era sempre e solo limitato ad una convivenza forzata dei due mondi (pensiamo a “Roger Rabbit”, ad “Allegro non troppo” di Bozzetto o a “Volere volare” di Nichetti). Ma cosa accadrebbe se i personaggi delle favole si ritrovassero catapultati in carne ed ossa in un mondo cinico e ostile come il nostro? Si adatterebbero al nostro ritmo frenetico oppure riuscirebbero a convertirci ad un mondo di pace fatto di belle canzoni e buoni propositi. Certo è che nei quartieri malfamati di New York la voglia di danzare è passata da un pezzo e per ogni principessa che perde la corona, c'è un disgraziato che se l'andrebbe a rivendere al primo ricettatore che passa...
Con queste premesse interessanti, dal classico leggio con un libro che si sfoglia da solo commentato da un narratore prende vita “Come d'incanto”, favola moderna con ingredienti genuini. In un cartoon scandalosamente bidimensionale (lo diciamo con ironia) la bella Giselle svolge le sue domestiche faccende nella casetta nel bosco, circondata da uccellini cinguettanti e animaletti fissati col volontariato.
Di lì a poco col suo canto da sirena richiama l'attenzione del principino Edward che, passando lì per caso, se ne innamora perdutamente; le nozze premature scatenano le ire della perfida regina Narissa che, temendo per le sorti del regno per questo matrimonio, con un incantesimo la spedisce nel cuore di Manhattan senza neanche vestirla con abiti appropriati. A contatto con un pianeta diverso dal suo ma soprattutto sorpresa dalle proprie umane graziose fattezze la bella Giselle (Amy Adams) vaga nella grande Mela alla ricerca del suo Edward e scambia l'insegna di un casinò per il palazzo reale. Troverà asilo e conforto nel buon Robert, un disilluso avvocato divorzista di città (Patrick Dempsey), che inizialmente pensa che la poveretta piovuta dal cielo sia confusa o in preda a droghe leggere. Da qui tutta una serie di accadimenti, sorprese e avventure che è un peccato svelare...
Il punto di forza del film sono l'originalità e il garbo che ne consentono l'esportazione e il gradimento anche da parte di un pubblico refrattario alla melassa americana. Troveranno giovamento i piccini incantati e i genitori che sfateranno l'amarezza e il moderno disincanto con un benefico e salutare ritorno alle emozioni autentiche dell'età dell'innocenza. La bella e brava Amy Adams, Biancaneve del 2000, dà il meglio di sé esprimendosi nelle tipiche mossette e piroette del mondo dei cartoni animati; la sua principessa è convincente, dotata di stile e sfoggia una tenerezza che non scende a compromessi con la falsità o col buonismo d'accatto. Ci sono graziosi intermezzi musicali che non sono mai d'intralcio e gags goliardiche in Central Park con caroselli e coreografie divertenti. La perfidia funzionale di Susan Sarandon (nei panni della regina cattiva) non trova tuttavia sfogo massimo in una sceneggiatura che cinica non lo è mai sul serio. Qualche improvvisa sterzata dissacrante avrebbe giovato all'insieme anche se gli imprevisti accadimenti finali possono passare per un contentino niente male. Ma casa Disney ha le sue regole precise: si può scherzare con i santi ma mai con i fanti del reame. In una coproduzione europea proabilmente la materia avrebbe avuto sviluppi più espressivi che creativi. Ma non sta bene trovar difetti in quest'opera spassosa ed inoffensiva perchè, onestamente, non se ne vedono i motivi. Il Natale arrivato precipitosamente nelle sale ha un prologo tutto sommato convincente. I cortigiani sono pregati di non mancare perchè stavolta si replica (dove si può) anche dopo lo scoccare della mezzanotte.
Cinema Impero, Trani - Dicembre 2007 (Barisera) |