Appendice necessaria (e riparatrice), che si sovrappone inevitabilmente all'infelice e poco riuscita operazione di Oldoini che nell'imbarazzo generale ha tentato di riesumare "I mostri oggi" e la formula del film ad episodi. "Feisbum" (il titolo per ovvie ragioni di copyright vuol taroccare il nome di un popolare social network) ci dimostra che i mostri del terzo millennio si nascondono dietro le scrivanie, davanti ad un monitor e si esprimono attraverso una malsana frenesia da tastiera. Sono i milioni di internauti che si creano identità virtuali, chattano a ruota libera, falsificano i profili e affollano la giungla di un popolare sito che ha sconvolto radicalmente le abitudini dei computerdipendenti. Aggiungere un contatto, chiedere un amicizia, creare un gruppo, creare un evento hanno sostituito la casualità degli incontri, le spontanee possibilità di aggregazione. Certo i benefici sono tanti: la possibilità di accorciare i gradi di separazione e di unire magari ad anni di distanza i compagni di liceo che si sono persi per strada. Ma le insidie e le trappole in agguato accendono la fiamma della diffidenza, abbinandola con la doccia fredda dello scetticismo. Chi ha preso le distanze dal fenomeno sociale, può ritenersi lungimirante. Girato in meno di 15 giorni con una formidabile suddivisione di compiti il film in questione è un instant-movie che recupera il fascino perduto del film collettivo, del lavoro in cooperativa, espediente perfetto per un cinema d'indagine sociologica. Otto episodi di breve durata e cinque pillole hanno come comune denominatore i pro e i contro dell'illusorio luogo d'incontro virtuale che si spalanca digitando il magico "www". Marito e moglie si accapigliano con violenza davanti ad un laptop aggiornando volta per volta il profilo (single, sposato...vedovo); un timido e triste bamboccione, cassiere di un supermarket, usa il social network raggirando con un infallibile espediente le vittime della sua rete; le foto compromettenti di un addio al celibato comparse misteriosamente sul sito compromettono un matrimonio, ma ancora più interessante è la dinamica subdola del complotto; un esibizionista che vive a carico della madre si improvvisa stallone virtuale durante una bollente chat erotica; un rapinatore resta affascinato dal sito e anzichè usare violenza, si unisce allegramente alla sua vittima chiedendogli consigli per la chat (è l'episodio più esilarante); un fidanzato in crisi crea un falso profilo che incredibilmente si realizza, compromettendo per sempre il suo rapporto; appena uscito dall'ospedale per un'overdose da computer, un adolescente viene sottoposto in rete ad un drammatico scambio di contatti con un'ambigua e scorretta interlocutrice; un anziano professore combina un incontro con una dark girl ma durante un festino ritrova per caso una sua vecchia fiamma che, naturalmente, non sa neanche cosa sia un social network.
Non ci si aspettava tanto da un instant movie realizzato sulle ali dell'entusiasmo di un fenomeno che, probabilmente, fra dieci anni archivieremo con lo sguardo benevolo di un antico ricordo. Ed invece i frammenti realizzati da un esercito di sette registi esperti attestano che il giovane cinema italiano è vivo, sta benissimo e ha solo bisogno di mettersi in gioco. "Feisbum" è stato ispirato da un'idea di Marco Scaffardi che ha dettato le regole ai partecipanti all'impresa, coinvolgendo anche buoni sceneggiatori. Girato in fretta (ma non lo dimostra), ha coinvolto troupe consistenti che si sono divise i compiti utilizzando soprattutto attori esordienti. Lo stile frammentario è quello che si addice ai cortometraggi: messaggi diretti, essenziali, possibilmente circoscrivibili nella durata di uno spot. Ma il montaggio si rivela incisivo, la combinazione dei vari segmenti (più ritmata nella prima parte) pur peccando di un eccesso di durata, alla fine assicura un divertimento originale e paradossale allo stesso tempo. E c'è spazio per una mesta riflessione che viene da lontano: un grandissimo Giorgio Colangeli chiude la carellata con un malinconico e nostalgico rendez-vous fra coetanei attempati, tagliati fuori dal traffico virtuale, che si ritrovano casualmente in un pub affumicato dalle nuove generazioni che si danno appuntamento in chat. Lo sguardo liberatorio di chi preserva l'arte dell'incontro casuale a dispetto dei malefici da navigazione è pesante quanto un monito, confidenziale quanto un consiglio spassionato. Il monitor ideale è fuori, all'aria aperta, sotto il sole, la pioggia e la neve. Dove tutti hanno un nome di battesimo, mentre il profilo è una superflua e assurda convenzione.
UCI Cinemas - Andria, 8 Maggio 2009 (Barisera) |