Talento creativo inquietante ed insolito, specializzato nell'analizzare fenomeni paranormali e comunque ultraterreni, il regista di origini indiane M. Night Shyamalan giunto quasi al suo ottavo appuntamento dopo l'inaspettato tonfo di Lady in the water, tenta una fortunosa sortita in apocalittici scenari biblici, spiazzando come al solito un po' tutti.
Come gran parte degli altri suoi lavori, dal suggestivo Se_sto senso, passando per l'affascinante Signs fino al claustrofobico The village, anche questo E venne il giorno patisce le pecche strutturali dell'incompiutezza e di buone idee penalizzate da limitati svolgimenti del racconto.
Il territorio esplorato da Shyamalan è quello della catastrofe mondiale, dell'inspiegabile minaccia contro l'umanità, della paura dell'ignoto attraverso una disarmante impotenza. Incombe sull'uomo la ritorsione di una natura umiliata, destinata fatalmente prima o poi a ribellarsi scatenandosi attraverso i suoi sconosciuti fenomeni. Nulla a che vedere con tsunami o mutamenti climatici.
Improvvisamente sulla terra, epicentro Central Park di New York, si verificano strani fenomeni autodistruttivi: operai che si suicidano lasciandosi cadere dalle impalcature, passanti che si tolgono la vita per strada, vigilantes che fanno fuoco puntandosi l'arma alla tempia. Gli agghiaccianti episodi di suicidi di massa avvengono stranamente nella zona nordorientale del paese, interessando soprattutto i piccoli centri. I fenomeni comunque si allargano presto a macchia d'olio: c'è probabilmente nell'aria un'impercettibile sostanza emessa dalle piante che blocca il ragionamento portando gli uomini all'autodistruzione. La storia si concentra per ragioni narrative intorno alla figura di un insegnante di scienze di Philadelphia, Elliot Moore (Mark Wahlberg), che si ritrova a comandare un plotone di fuggiaschi, cercando di dare una spiegazione scientifica al drammatico fenomeno naturale.
Ma nessuno riesce a dare una spiegazione logica a questa tremenda epidemia che continua a mietere vittime; non si rivelerà proficuo ed utile neanche un necessario ritorno alle campagne nè il tentativo degli uomini di riappacificarsi con madre natura. Passeggero e fugace come un "male del giorno" inspiegabile violento ed incessante, lo strano e malefico spettro dell'etere sbarcherà anche in Europa. E verrà il giorno in cui anche i parigini cominceranno a parlare da soli...
Lo spunto iniziale, in perfetta linea con il genio di Shyamalan, è fenomenale nel suo aspet_o sinistro ed angosciante; poi la storia si sposta per ovvie ragioni di copione circoscrivendosi alla fuga e all'agghiacciante resoconto suoi luoghi dell'apocalisse di un gruppo male assortito. Il film viaggia a mezz'aria fra la parabola ecologista e uan dose contenuta di espedienti spettacolari in stile con La guerra dei mondi. Vi si respira tuttavia l'aria malsana dell'America che non ha ancora smaltito lo shock della minaccia terroristica, con i sensi di colpa dell'attacco alla natura.
Shyamalan gira con polso fermo, ha intuizioni felicissime e una buona selezione d'attori (provvidenziale la scelta del bravo Wahlberg) ma il racconto non va a buon fine, perdendosi a metà strada. Sembra una puntata di Ai confini della realtà e l'angoscia è così tanto programmata da scatenare un involontario senso di noia. L'autore getta il sasso nascondendo la mano e sembra accontentarsi limitandosi solo ad un prologo in grande stile che sfocia in un comunissimo racconto in perfetta sintonia col genere catastrofico.
Il pubblico giovanile sembra gradire lo stesso e divertirsi; l'autore conosce benissimo gli schemi collaudati della suspence e delle scene ad effetto. Non è un caso che con pochi mezzi e senza ricorrere al grande circo degli effetti speciali, Shyamalan sia riuscito sempre e comunque a produrre salutari salti sulla poltrona. Nel caso in questione si contano due o tre buoni sobbalzi, qualche manina sulla faccia per reggere lo spavento e più d'una risata isterica. Ma il gran giorno della maturità per Shyamalan a quanto pare non è ancora arrivato...
Cinema Alfieri, Corato - Giugno 2008 (Barisera) |