Precursore della commedia balneare che nei decenni a seguire avrebbe fatto la fortuna di illustri cineasti come Dino Risi e di artigiani essenziali come i Vanzina Bros., "Frenesia dell'estate" è un curioso, bistrattato (Gassman lo ricordava davvero controvoglia), simpatico esempio in cui si ritrovano schemi collaudati, con i quali la commedia all'italiana ha mandato avanti la baracca per anni. Ma vi è un curioso aneddoto sulla sua genesi. Il soggetto del film è legato ai ricordi estivi del nobile fiorentino decaduto Raffaello Pacini: compagno di illustri sceneggiatori del cinema italiano (Scarpelli, Age, Monicelli, Benvenuti e De Bernardi) che ispirò il personaggio interpretato da Tognazzi in "Amici miei". Il conte Lello Mascetti, beffardo e cinico leader dell'allegra banda di zingari toscani era stato confezionato su misura sulla esperienza personale di questo mitico personaggio. Il film lo avrebbe dovuto dirigere lui, che comunque aveva avuto una breve ma fallimentare esperienza in campo cinematografico realizzando alcuni prodotti televisivi a distribuzione regionale. Sul più bello, a progetto ormai pronto, Pacini si tirò indietro e il copione finì sulla scrivania dell'esperto Luigi Zampa che girò il film con quello stile essenziale e classico post-sorpasso. In "Frenesia dell'estate" in una Viareggio sovrappopolata da bagnanti e turisti si alternano le sfiziose vicende di alcuni strambi personaggi. Ritroviamo così Amedeo Nazzari nei panni di un capriccioso indossatore di mezza età che non accetta il suo tramonto ma continua a fingere inesistenti origini nobiliari tormentando la direttrice del suo atelier. Per farla ingelosire non esiterà ad abbindolare la ventenne Foschina (G.Giorgelli), facendola innamorare. Philippe Leroy è un tizio che vive alla giornata; in società con un improbabile pilota di aerei da turismo compra a rate un biposto per scopi pubblicitari, convincendo un ingenuo e pedante commendatore, a commissionargli una scritta promozionale sui cieli di Viareggio che, per una lunga serie di impedimenti, non andrà mai a buon fine. Sandra Milo è una procace bombolonaia assediata da un ciclista spagnolo smemorato che pensa più alla pancia che alle sorti della scuderia. Vittorio Gassman, infine, è un solerte e serio ufficiale dell'esercito che si invaghisce perdutamente di un travestito (che si finge tale per motivi professionali, essendo una donna a tutti gli effetti) e cade in una profonda crisi sessuale.
Girato in bianco e nero sulle spiagge versiliane, è un filmetto godibile e distensivo che a suo modo mostra una pagina eloquente dell'Italia del boom. Scritto (benissimo) a dodici mani è forse una delle prime commedie all'italiana in cui si comincia ad osare qualcosa in barba alla censura. Dai tabù dell'omosessualità, alle differenze d'età in amore, per finire con un colorito linguaggio toscaneggiante. Gli episodi non sono separati ma si intersecano gradevolmente grazie al buon lavoro di sceneggiatura. Il fascino della Mercier surclassa le innegali doti della Milo in versione supermaggiorata. Mentre il gigante Amedeo Nazzari si prende amabilmente in giro nella macchietta di un tardone goffo ed imbranato, Vittorio Gassman appare vistosamente svogliato e a disagio.
DVD - 4 Giugno 2009 |