La nuova stagione cinematografica è appena iniziata e già si fa uso indiscriminato di carta carbone. Con poche idee all’orizzonte scatta automaticamente il meccanismo del riciclaggio d’autore. Stavolta tocca ad un capolavoro del maestro del brivido Alfred Hitchcock (“La finestra sul cortile“), sottoporsi per la circostanza ad una sorta di autopsia filmica, con raffronti che è facile immaginare. In effetti l’idea del protagonista costretto da una reclusione forzata ad impiegare il lungo tempo libero a disposizione spiando il comportamento dei vicini non è certo inedita, ma in ogni rivisitazione potrebbe esserci potenzialmente qualcosa di nuovo. Chi oserebbe sostenere il contrario: l’originale fa parte ormai di un Olimpo irraggiungibile; tutti i tentativi sono vanificati in partenza. L’ “amanuense” di turno D.J.Caruso si limita tuttavia a risciacquare i panni di questa geniale trovata, che cinquant’anni fa cambiò radicalmente il modo di fare cinema, nei fiumi di aranciata della commedia giovanile. Li chiamano “teen-movies” perché si rivolgono e sono interpretati da liceali in piena tempesta ormonale; ma spesso è il pubblico adulto a farne le spese, per l’unica ragione che frequenta maggiormente le sale.
L’esuberante diciassettenne Kale (Shia LaBeouf), traumatizzato dalla prematura perdita del padre, picchia durante una lezione il suo odioso insegnante di spagnolo. Poiché è minorenne evita il riformatorio ma si becca dal giudice una punizione esemplare: tre mesi di arresti domiciliari, monitorati da un ricevitore satellitare che in caso di fuga avvisa immediatamente i poliziotti addetti alla sorveglianza. La madre ha pensato bene di rendergli la detenzione più dura, sequestrandogli tutti gli aggeggi ludici, pertanto al povero Kale non resta che munirsi di binocolo e spiare dalla finestra quanto avviene nel suo quartiere. A parte l’arrivo di una pruriginosa ninfetta che gli risveglia i primi bollenti spiriti, Kale centra l’obiettivo sospettando del suo solitario e brizzolato vicino di casa. Probabilmente questo tipo losco che non ha orari e armeggia nottetempo nel garage è il serial killer che rapisce e sevizia le ragazze, di cui i notiziari parlano.
Meglio andare a fondo e avviare un’accurata indagine; con l’aiuto del suo amichetto con gli occhi a mandorla e della ragazza della porta accanto Kale farà un’atroce scoperta…
Clonazione perfetta di tempi cinematografici collaudati e colpi di scena ben dosati secondo una ricetta tradizionale, “Disturbia” non deluderà i profani che non conoscendo la grande arte di sir Alfred, potranno addirittura apprezzarne la dubbia originalità. Il giovane Shia LaBeouf, astro nascente della nuova generazione americana, svolge dignitosamente il suo compito fra capricci, impulsi e fregole. Il ritmo è vivace, il divertimento non manca, alcune trovate centrano il bersaglio portando a casa il risultato. Quello che dispiace è che fra un’ispirazione e un omaggio questo regista birbante non si pone alcun limite nel suo saccheggio ad ampio raggio: dal Kubrick di “Shining” all’Argento di “Inferno”. Citazioni e rifacimenti decretano il trionfo del “deja vu” infastidendo chi ha l’unica colpa di essere cinematograficamente onnivoro, avendo visto tutto questo materiale in circostanze precedenti.
UCI Cinemas, Molfetta - Agosto 2007 |