Werner Herzog è senza ombra di dubbio uno dei cineasti europei più significativi ed interessanti dell'attuale panorama cinematografico internazionale. Dopo l'intesa memorabile con il grande Klaus Kinski che ha illuminato capolavori come "Aguirre", "Woyzeck", "Fitzcarraldo" e "Nosferatu" negli ultimi tempi questo grande autore si è riscoperto documentarista, portandoci in giro per il mondo attraverso scenari strepitosi ("Il diamante bianco" ,"Grizzly man"). Piuttosto ostile alle tentazioni del cinema commerciale o comunque ad alto consumo, Herzog stupisce i suoi affezionati per la scelta clamorosa di firmare un remake, mettendo mano ad un progetto di un suo illustre collega americano. "Il cattivo tenente", realizzato nel 1992 da Abel Ferrara, era una parabola amarissima, violenta e brutale (con stupefacenti influenze mistiche) sulla discesa agli inferi di un eroe negativo, impersonato in una sorta di "trip" allucinato da un indimenticabile Harvey Keitel. Le inevitabili insidie derivanti dalla riproposta di un progetto permeato in tutto e per tutto dallo stile particolare di un regista come Ferrara danno ovviamente vita ad un prodotto lontano anni luce dal suo modello. A parte alcune esili analogie o affinità del soggetto, "Il cattivo tenente" di Herzog finisce per essere tutt'altra cosa. E comunque distante ugualmente dalle tipologie che hanno caratterizzato la filmografia dello stesso Herzog. L'azione tanto per cominciare è stata spostata in una spettrale New Orleans sconvolta dall'uragano Katryna: scelta intuitiva condizionata dai costi di produzione, ma apprezzata dal regista per la possibiltà di sfruttare uno scenario insolito per un noir. Terence McDonagh (Nicholas Cage) è un detective del dipartimento che con un atto eroico ha salvato la vita di un prigioniero che rischiava l'annegamento in una cella del penitenziario allagato. New Orleans è stata appena sconvolta da violenti fenomeni atmosferici. Il detective con il suo gesto rimedia una promozione ma anche un infortunio serio alla schiena che lo costringe a far uso di potenti antidolorifici. Sacrificio piuttosto ininfluente per un poliziotto che trafuga in continuazione eroina, coca e marijuana dai depositi del dipartimento e che vive giornalmente assumendo droghe di tutti i tipi. Tallonato da alcuni membri degli affari interni che indagano su sue presunte attività illecite in servizio, McDonagh continua indisturbato la sua discutibile professione di detective. Deve far luce sul massacro di una famiglia di senegalesi e proteggere un testimone chiave che potrebbe risultare determinante in sede processuale. Nel frattempo spende migliaia di dollari in scommesse clandestine, offre protezione ad una prostituta d'alto bordo (Eva Mendes) con la quale ha una torrida ed ambigua relazione, difendendola dagli assalti di una pericolosa banda di gangster. Ma la redenzione sta bussando alla sua porta: come per magia un inaspettato happy end universale metterà ogni cosa a posto. Per il tenente-rottame dopo la parentesi buia, scatterà l'inattesa promozione.
Interessante ma imperfetto, "Il cattivo tenente" di Herzog va apprezzato per quello che riesce ad offrire: è un noir d'autore più di sostanza che di apparenza che sacrifica l'aspetto spettacolare del genere, dando maggior spazio all'ambientazione e ai dialoghi. La matrice herzoghiana respira attraverso l'uso particolare di alcune inquadrature e l'abuso del grandangolo. Ma il tocco del regista è una benedizione, soprattutto se ci si lascia convincere che a dispetto delle apparenze questo è realmente un altro film. Inutili ed inappropriati i confronti: a questo punto in comune i due film hanno solo il titolo. Straordinaria e generosa la prova offerta da un allucinato Nicholas Cage (perfetto nel ruolo, molto simile al disadattato alcolizzato di "Leaving Las Vegas") e da una incontenibile Eva Mendes.
Uci Cinemas, Molfetta - 11 Settembre 2009 |