Maltrattato come un brutto anatroccolo, relegato ad una programmazione minima, nonostante si ritrovi le spalle coperte da una robusta e rispettata casa di produzione, "Whiteout", thriller diretto dallo stesso Dominic Sena che si destreggia con uguale impegno fra cinema d'autore ("Kalifornia") e blockbuster movie ("Codice Swordfish"), a dispetto della maggioranza di detrattori che hanno infierito senza pietà, riesce a trovare un suo perchè. Sulla lavagna vanno riconosciuti alcuni meriti: un'ambientazione irreale e insolita, un onesto ritmo serrato che non è da meno rispetto a quanto gira di recente sui grandi schermi, l'evidente equilibrio con il quale si è riusciti a trasferire in pieno in pellicola lo spirito di un romanzo grafico (impresa non impossibile trattandosi di uno storyboard potenzialmente già pronto per l'uso). La storia si svolge in un avamposto in Antardide, presumibilmente collocato per portare a termine studi geologici. L'affascinante agente federale Carrie Stetko (Kate Beckinsale), tormentata dai fantasmi di una precedente missione finita in tragedia, è richiamata ad indagare sul misterioso ritrovamento di un cadavere in una sperduta zona del polo Sud. L'indagine non inizia sotto i buoni auspici: il responsabile del crimine, assassino camuffato dalla tuta atermica, salta fuori all'improvviso minacciando i poveri inquirenti. Ma i primi segnali di chiarezza non tardano ad arrivare: tutto sembra essere riconducibile alla carcassa di un cargo russo scomparso in piena guerra fredda cinquant'anni prima, precipitato sul pack e coperto dalle tempeste di ghiaccio. Il mistero è infatti nascosto nel carico prezioso su cui alcuni esploratori (che diventano presto vittime della furia assassina del serial killer) hanno messo le mani. Fasi finali concitatissime, mentre una bufera perfetta accellera il countdown: a breve sarà impossibile tornare alla base...
Sembra una puntata di lusso di "X-files", ma Dominic Sena ci aggiunge del suo cercando di solleticare l'interesse e la passione dello spettatore infreddolito dall'ambientazione glaciale. Nei panni improbabili di un federale in gonnella, la Beckinsale di "Underworld" accumula punti e come il Rambo dei tempi migliori va incontro ad una raccapricciante amputazione necessaria (scena terribile) che farà discutre. Il circo allestito dall'autore in tutta onestà manifesta il suo intento fumettistico sin dalle fasi iniziali: un antefatto alquanto movimentato a bordo di un aereo russo impazzito a causa di una sparatoria nel quale sono individuabili le tracce di un cinema di buon mestiere.
Uci Cinemas, Molfetta - 8 Ottobre 2009 |