La commedia all'italiana si dà una ripulita, almeno in alta stagione, e prende le distanze dal trafficato periodo natalizio per non mescolarsi con l'impasto sciapo legato al cinepanettone di fine anno. "Oggi sposi" prosegue, nella sua struttura episodica ad incastro, la formula già collaudata nel precedente "Ex" di Fausto Brizzi: tante storie, numerosi personaggi, che si intersecano in un allegro mosaico, con un nuovo comune denominatore. Quattro coppie si promettono l'amore eterno ma c'è chi arriva all'altare con le ossa rotte, chi a fatica e chi per voltare le spalle al parroco. La diversa estrazione sociale ci consente di conoscere mondi molto distanti: c'è la povera cameriera di un ristorante che si innamora dell'aiuto cuoco siciliano ma non vuole sottostare allo stillicidio della carovana obbligata dei numerosi inviti di nozze. C'è la coppia "cool": lui immobiliarista rampante, lei oca giuliva del mondo delle copertine e dei reality che fingono di amarsi per incrementare la vendita dei rotocalchi (troppo esplicito il riferimento a personaggi realmente esistiti). Rappresentanti del nulla assoluto, ma motivati dalle cattive intenzioni organizzative del matrimonio del secolo con più di 1500 invitati. C'è poi un giudice ragazzino terribile che vede l'asse ereditario in pericolo, visto che il padre un pò "rimba" ha deciso di convolare a nozze con una giovanissima massaggiatrice che dice di amarlo, ma lui stenta a crederci. E c'è infine un povero poliziotto pugliese che vuole sposarsi con la figlia dell'ambasciatore indiano ed è costretto, per ragioni di etichetta, ad imporre ai suoi genitori all'antica il rito indù. Occorrerrà trovare una opportuna mediazione fra orecchiette con le cime di rape e la delicata cucina orientale, fra la danza del ventre e la tarantella. Le carte si mescolano con la magia della casualità ed il gioco è fatto: in un modo o nell'altro gli otto protagonisti riusciranno ad interagire fra loro dando vita ad inaspettate sorprese...
Il promettente e concreto Luca Lucini ("Amore, bugie e calcetto") dirige una frizzante e divertente commedia episodica che, se non fosse per le impennate di un montaggio molto frenetico, sembra un preconfezionato uscito da un congelatore. Gli attori sono bravi (chi più chi meno, ma la media in sostanza è rassicurante), il cast è selezionato con accortezza strategica (il frammento della coppia Argentero-Atias monopolizza l'insieme, grazie ai meridionalismi guidati da uno scatenato Michele Placido made in Puglia, padre dello sposo), tutto è conforme ad una serata spensierata in compagnia di amici con cui condividere un pò di sano divertimento su temi attualissimi come l'integrazione con brillanti intuizioni in fase di stesura; lo sceneggiatore Fabio Bonifacci (fra i suoi lavori "Si può fare" e "Diverso da chi?") adatta la formula Brizzi-Martani all'impianto classico della commedia corale attraverso dialoghi spumeggianti, assenza di volgarità gratuita, regionalismi in conflitto in nome di un'italianità difettosa comune a tutti. Si ritrovano volti legati alla commedia del tempo che fu, come il grande Renato Pozzetto, messi in disparte da un ingiusto ed inadeguato ricambio generazionale. Dei giganti che riescono come sempre a bucare lo schermo, mettendo a nudo le vistose lacune da parte delle nuove leve (inesperte).
Cinema Alfieri, Corato - 25 Ottobre 2009 |