Nella classificazione degli incontri ravvicinati adottata dall'ufologo J.Allen Hynek il quarto tipo è, per cause abbastanza evidenti, quello che fa tremare i polsi. Perchè rispetto all'eventuale avvistamento (primo tipo), alle prove della loro presenza (secondo tipo) e per finire al contatto alieno (terzo tipo) la circostanza si complica parecchio. Nel quarto tipo gli alieni o le intelligenze non umane prendono confidenza, entrano senza bussare nella tua abitazione e ti rapiscono senza tanti complimenti. Memori di quella sana suggestione che riesce, miracolo del cinema, a garantire spaventi a comando, il film in questione calca la mano in una situazione nostalgica dei bei tempi in sala. Eppure nella fortunata stagione che seguì l'indimenticabile capolavoro diretto da Steven Spielberg nel 1977, furono proprio i nostri incorreggibili mattacchioni del noleggio a sdrammatizzare le paure dell'ignoto e le insidie dell'universo. Fioccarono le parodie e la febbre scatenata dalle nuove tesi degli ufologi misero a frutto, come al solito, i bassi istinti del cinema erotico di serie Z. E sul grande schermo comparvero presto capolavori irriverenti come "Incontri molto ravvicinati di un certo tipo" che abbinarono, in una miscela esplosiva, cinema pecoreccio e fantascienza. "Il quarto tipo" non scherza affatto e segue anzi la falsariga del cinema verità alla "blair witch project". L'attrice Milla Jovovich nel prologo confidenziale dichiara apertamente di rivestire i panni di una dottoressa dell'Alaska realmente esistita che nell'ottobre del 2000 accumulò materiale impressionante sulle conseguenze dei frequenti contatti alieni che si ebbero nella zona (fra cui la morte del marito e la scomparsa della figlia). Lo scambio di vedute fra esseri umani e entità oscure dette comunque adito ad una catena di delitti, eventi raccapriccianti ed inspiegabili, misteriose sparizioni nell'anonima cittadina. Il film si propone il compito di ricostruire, nel limite del possibile, i fatti avvenuti all'epoca alternando sequenze di repertorio (spesso disturbate durante le fantomatiche possessioni aliene) con immagini di finzione.
L'atmosfera inquietante e misteriosa di questo film riesce incredibilmente a riproporre gli effetti di un cinema verità più vicino al reportage che all'intrattenimento. Compiacimento, illusione e verità dei fatti danno vita ad uno spettacolo sensazionale che garantisce forti scosse sulla poltrona. Lo spettatore, ossessionato dai colpi bassi di un "trip" in un tunnel dell'orrore alquanto credibile, ha facoltà di credere o meno ai fatti riportati. Il gioco delle tre carte restituisce un pò di gloria al filone fantascientifico ma non evita, in alcuni punti, i picchi di noia causati dalla ripetitività. Angoscia e spettacolo in prima linea, con due bravissimi attori (Elias Koteas e Will Patton) che si avventurano come possono nell'ambizioso progetto. Gli omaggi involontari (!) a "L'esorcista" o "Poltergeist" si sprecano. Le bianche terre del Nord macchiate di sangue ricordano invece le atmosfere rarefatte di "X-files". Una seconda visione di lusso, non c'è che dire, alquanto trascurabile.
Cinema Politeama Italia, Bisceglie - 25 Gennaio 2010 |