Una vasca trabocca mele cadute da una cesta, un superman sparato dal cannone di un circo che svolazza in aperta campagna, un rimorchio funebre per trasportare nemici stesi, botole disseminate sui prati che tengono lontani ospiti sgraditi, una sveglia meccanica che catapulta il padrone di casa dal letto per assicurarsi il suo risveglio. Sono solo alcuni dei numerosi spunti visivi della nuova fatica del filmaker venuto da Sarajevo. "Promettilo!" presentato a Cannes nel 2007 viene vergognosamente tirato fuori dalle cantine per essere sottoposto ad una magra diffusione sul nostro territorio nazionale. Una consolazione timida e, comunque, mai all'altezza di un talento espressivo capace di non trovare, almeno a livello europeo, degni rivali. Il suo film mette in risalto, fra ironia ed eccessi, il curioso viaggio di un piccolo contadino mandato in città dal nonno che avverte oscuri presagi. Tsane si diletta, come il Serafino di Germi, nella salubre vita agreste che solletica i pruriginosi bisogni della tempesta ormonale. Grazie alle ingegnose invenziosi del nonno il contadinotto può spiare le nuotate in libertà della sua piacente maestra. Ma la maturità è alle porte. Temendo per l'arrivo della sua fine, il nonno lo spedisce al mercato cittadino chiedendogli di mantener fede a tre promesse: vendere la mucca, comprare l'icona di San Nicola e trovare moglie. E così il viaggio della speranza di Tsane comincia fra intoppi e imprevisti giacchè il suo destino si incrocia con quello d'una banda di lestofanti capeggiata da un folle e manesco boss locale coinvolto in loschi traffici. Poco male perchè se l'amore sembra avvicinarsi grazie alla gentilezza e al garbo di una sua coetanea, Tsane si ritrova per sua fortuna spalleggiato da due fratelli forzuti che daranno battaglia al viscido capobanda. Riuscirà a coronare il suo sogno d'amore e a tornare come un eroe alla sua casa natale in un finale allucinante che vedrà uno stranissimo duello fra un corteo funebre e uno matrimoniale.
Gusto eccessivo per il surreale, amore sfrenato per una musicalità (il testimone passa a Stribor Kusturica, che si ritaglia anche una godibile particina) che ancora una volta trova nelle godibili marcette balcaniche l'arma vincente. La ricetta è sempre la stessa. Stavolta però Kusturica va oltre le aspettative, sovraccaricando il suo folle circo itinerante di colori, personaggi, sapori e odori non sempre digeribili. Il film impegna lo spettatore come non mai in un estenuante e talvolta inspiegabile accumulo di gags assurde. Il regista calca un pò troppo la mano, la storia diventa il pretestuoso collante per una lunga serie di interminabili prodigi visionari (più che visivi) che coinvolgono un cast strepitoso per capacità ed armonia. Primeggia, e non è una novità, il bravissimo Miki Manojlovic nei panni di un goffo e volgare balordo che vuole ricostruire le torri gemelle in Serbia. Divertimento garantito su una giostra che non prevede fermate. Ma è puro ed innegabile cinema d'autore, mettiamoci la firma.
Cinema "Il Piccolo", S. Spirito - 24 Febbraio 2010 |