"Cos'è peggio: vivere da mostro o morire da uomo per bene?". Martin Scorsese torna alle atmosfere cupe e claustrofobiche di "Cape Fear" rinnovando la fiducia professionale verso il suo attore feticcio. Per la quarta volta insieme (e forse non sarà nemmeno l'ultima), riuniti stavolta per un'impresa al limite della follia: camminare sui binari dell'angoscia nella vana attesa dell'irreparabile. "Shutter island" è un lavoro complesso che si ispira ad un best seller scritto da Dennis Lehane, autore con la propensione al gore e al mistero, già portato sullo schermo da Clint Eastwood in un flim totalmente diverso da questo ("Mystic river"). L'inizio è da antologia: un peschereccio in navigazione avvolto nella nebbia scorge in lontananza un'isola misteriosa e apparentemente inospitale dove dovrà attraccare. La nave trasporta due agenti federali, Teddy Daniels (Leonardo DiCaprio) e Chuck Aule (Mark Ruffalo), venuti ad indagare sulla misteriosa sparizione di una paziente da una cella blindata del manicomio criminale. L'isola al largo di Boston è infatti la sede di Ashecliffe, una fortezza inespugnabile che ospita detenuti pericolosissimi, affidati alle cure del Dr.Cawley (Ben Kingsley). I due agenti cominciano ad avvertire una strana ostilità da parte dei secondini e degli infermieri preposti alle cure. Dopo aver appurato che la paziente è scomparsa nel nulla si ritrovano costretti a protrarre la permanenza sull'isola a causa delle pessime condizioni atmosferiche: un uragano in arriva rende impossibile il viaggio di ritorno. La circostanza consente a Teddy Daniels di far luce sulle numerose stranezze e sugli scheletri nascosti dai dirigenti del penitenziario di massima sicurezza. Ma nella sua mente permane uno stato di oscura confusione: tormentato dagli incubi di un passato recente legato ad un trauma familiare, Teddy Daniels si ritrova in piena lotta con fantasmi ed allucinazioni. In tempo, tuttavia, per svelare il mistero raccapricciante che si cela dietro la sua affannosa e complicata ricerca della verità.
Film complesso e affascinante, "Shutter island" sfugge fisiologicamente ad una prima lettura. E' una pellicola che attraverso la discesa negli inferi del suo ambiguo e tormentato protagonista principale, si aggancia alle metafore oscure dell'esistenza, ai buchi neri legati ai ricordi e ai rimorsi. Sarebbe una grave ingiustizia svelare oltre le clamorose sorprese che nell'ultima fase del film si susseguono vertiginosamente. Scorsese si conferma ancora una volta un mago dell'estetica. "Shutter island" è un piccolo capolavoro che riporta alla memoria indimenticabili pagine di cinema, fra omaggi diretti, citazioni e riferimenti involontari. La pastosa fotografia di Bob Richardson e le scenografie di Dante Ferretti completano il colpo d'occhio. Siamo distanti anni luce dalla povertà stilistica degli esordi ma il grande regista americano, che proviene dal cinema indipendente, non rinnega la lotta esistenziale dell'eroe di "Taxi driver". Teddy Daniels come Travis Bickle è un disgraziato che ha conosciuto il male e non può più salvarsi. Nei panni di un confuso agente federale sull'orlo della paura, il grande Leonardo DiCaprio, rivive innocenza e violenza. Lucida follia di un martire del destino che precipita in un girone dantesco popolato da mostri. Ennesima conferma che solo i grandi maestri riescono ancora a rendere possibile l'unione di letteratura e spettacolo.
Cinemars, Andria - 5 Marzo 2010 |