Certi film, più di altri, sembrano esposti al pubblico massacro critico e ad ludibrio dei tradizionalisti incalliti che non riescono proprio a digerire lo strambo andamento dell'attuale mercato cinematografico italiano. Un settore appiattito, appunto, capace di sfornare anche nell'arco di una stessa stagione evanescenti commediole giovanilistiche, accomunate da una ripetitiva tendenza: ispirarsi a strofe di canzoni celebri e raccontare ruffianescamente un pianeta adolescenziale che il più del volte volte non combacia con i globalizzanti schemi adottati. Anche "Tutto l'amore del mondo", con un Nicolas Vaporidis che si autopromuove con un carico di belle speranze nel ruolo di coproduttore, insegue quel sicuro consenso riappropriandosi del bacino d'utenza dei teenagers. Lo fa stavolta con maggiore accortezza, affidandosi alle "cure" del regista Riccardo Grandi, che viene dal mondo della pubblicità e che cerca di puntare sulla formula "on the road" per un'innocua commedia sentimentale ambientata in giro per le principali capitali europee. Matteo (N.Vaporidis) lavora presso una casa editrice specializzata in guide turistiche. Un giorno viene richiamato dalla sua direttrice per scrivere una guida sui luoghi più romantici. Con il suo computer portatile, affiancato da un compagno di viaggio sedicente fotografo (Alessandro Roja), si imbarca destinazione Barcellona come prima tappa. Qui il loro viaggio di lavoro coincide con quello di piacere di Anna (A.C.Morariu) e della sua amica. Figlia di un avvocato senza scrupoli che le ha pianificato un matrimonio imminente con il suo praticante, Anna ha solo voglia di passare una vacanza serena e non vuole affatto perdersi nelle complicazioni di una relazione occasionale. Ma gli eventi, si sa, prenderanno una piega comoda: fra disavventure ed altre tappe nei luoghi più magici d'Europa, i ragazzi avranno modo di approfondire il loro rapporto dopo le prime esitazioni e repulsioni.
Nulla di nuovo all'orizzonte. Il film si presta al suo funzionale sfruttamento di commedia scacciapensieri in giro per il vecchio continente. Con le immagini di repertorio e le cartoline virtuali probabilmente De Sica ci tirerebbe su almeno quattro panettoni natalizi. Cosa c'è di meglio, in fondo, che sfogliare la margherita davanti ai monumenti più belli della nostra bella Europa? I ragazzi sono volenterosi, Vaporidis appare un pò al di sopra della media: dedizione ed impegno si equivalgono. Ma tutta la baracca sta a stento in una bolla di sapone destinata a scoppiare. La gradita sorpresa, semmai, è quella di aver coinvolto due volponi del grande schermo: Enrico Montesano nel ruolo del padre cinico ed arruffone della ragazza e Sergio Rubini in quelli del genitore un pò beat e scapestrato del protagonista. I due attori navigati danno il massimo per contribuire alla causa. E forse fanno da traino per quei pochi profani, in anticipo di due generazioni, incuriositi dalle partecipazioni amichevoli.
Cinema Impero, Trani - 25 Marzo 2010 |