Carlo il braccio, Enrico la mente. I fratelli Vanzina da anni continuano a proporre, con risultanti altalenanti, spaccati di commedia sociale. Ma sorprende, più della logica commerciale che gli si impone attraverso il numero consistente di pellicole realizzate, l'esatta conoscenza di luoghi, ambienti e persone riconducibili ad un microcosmo di becero benessere, nella fattispecie capitolino. Attraverso instant movie come "Via Montenapoleone", "Le finte bionde" e "Yuppies" i Vanzina hanno messo a nudo, col filtro del gusto popolare, il peggioramento di un paese involgarito e logorato al suo interno dall'inseguimento di strane e inutili logiche: il guadagno facile, l'arrivismo, la vanità, la lotta di classe. "La vita è una cosa meravigliosa", che ben si adatta alle esigenze primarie di totale rilassamento dovute al periodo pasquale, adegua i personaggi delle quattro storie ai tempi che stiamo vivendo con affanno. Intercettazioni telefoniche, raccomandazioni, figli di papà, intrecci di corna e frodi finanziarie sono il perno intorno a cui ruotano le vicende di questa inedita Roma bene. Una panoramica desolante ed impietosa, stemperata però da una forte dose di ottimismo e dalla riscoperta delle piccole gioie, come l'amicizia disinteressata ad esempio. Vincenzo Salemme è il presidente di un potente istituto di credito, coinvolto suo malgrado negli sporchi giochi di potere con gli alti vertici della politica. Come il Sordi di "Finchè c'è guerra c'è speranza", porta avanti il suo compito ingrato per mantenere vizi e vizietti di una moglie e di una figlia con le quali non riesce più a relazionarsi. Gigi Proietti fa praticamente la stessa cosa indossando un camice bianco: primario in una clinica di lusso, costruita con i soldi dei contribuenti, fra inciuci, raggiri e raccomandazioni e con una spina conficcata nel fianco: un figlio di papà immaturo e autoinsufficiente che gli sta accorciando la vita. Enrico Brignano è un poliziotto addetto alle intercettazioni telefoniche che sta portando a termine un'indagine sulla malasanità. I dispositivi tecnologici gli consentono di avvicinare una bella estetista (Luisa Ranieri) che lavora nella lussuosa abitazione dell'indagato ed è subito amore, magari un pò tormentato, destinato però a navigare verso i fiori d'arancio.
Da anni ormai i Vanzina costituiscono un bersaglio ideale, esponendosi ai dardi di una critica un pò insofferente ai canoni semplicistici della commedia popolare (ereditata da papà Stefano che, grazie ad essa, ci ha raccontato l'evoluzione del nostro paese). Questa volta però, dopo le ultime deprimenti storielle caraibiche, gli autori recuperano punti e si riscattano come possono puntando sulla qualità. Nonostante un titolo con l'ingombrante omaggio ai grandi autori del passato (stavolta tocca a Frank Capra ed Henry King), che rende anche stavolta imbarazzante il bisogno sintomatico di un'appartenenza, il film si rivela sfizioso, gradevolmente servito da un gruppo di attori e attrici in perfetta sintonia. Inutile ribadire che anche questa volta la croce ricade sulle spalle robuste del mattatore Gigi Proietti: inarrivabile, con la sua grande padronanza dei tempi, nei panni di un astuto barone della medicina che ha smarrito completamente il fascino indiscreto della borghesia. Traffichino ed arraffone, ma anche prediposto alle buone azioni (esilarante la gag del ribaltamento dei ruoli per assecondare il suo factotum africano che si è finto ricco), artefice strappapplausi di geniali colpi di teatro. Depurato, finalmente, da fastidiosi doppi sensi, da gags pecorecce e da strategie verbali di fine anno, il film segna il ritorno (e questa è davvero una piacevole novità) d'un tradizionale cinema per famiglie. La sottotraccia sociale rinnova comunque la sua importanza; ancora una volta i Vanzina si rivelano accaniti fustigatori di un mondo di cui, forse, non sono più fieri di appartenere. Invitiamo gli interessati all'approfondimento a sfogliare un libro molto carino ("Colazione da Bulgari", ed.Salerno) scritto da Enrico Vanzina: un manuale su usi, costumi della romanità dello struscio, delle vetrine, dei luoghi di tendenza. Via Condotti caput mundi.
Cinema Impero, Trani - 3 Aprile 2010 |