Orso d'argento per la migliore regia all'ultimo Festival di Berlino (premio che il regista non ha potuto ritirare personalmente perche agli arresti domiciliari nel suo eremo di Gstaad), "L'uomo nell'ombra" riconduce il nostro amatissimo Roman Polanski alle torbide atmosfere poliziesche che hanno fruttato capolavori indiscussi ("Rosemary's baby" e "Chinatown") e capolavori discutibili ("Frantic"). Il film si ispira al romanzo di Robert Harris "The ghostwriter" e rappresenta un'operazione di ripiego, dovuta all'impossibilità sostanziale da parte di Polanski di portare sullo schermo un'altra opera, molto più impegnativa, dello stesso autore. Ewan McGregor è un brillante scrittore fantasma: uno che per un buon contratto e un salario oneroso offre la sua abilità con la penna a servizio dei politici incapaci di mettere nero su bianco. Il suo mestiere consiste nell'agire nell'ombra: redigere bei discorsi, prendere iniziative attraverso i comunicati stampa, rappresentare diplomaticamente il suo facoltoso datore di lavoro. Al suo agente non sembra vero quando la proposta arriva dagli alti vertici di una segreteria politica. L'ex primo ministro britannico Adam Lang (Pierce Brosnan) è in evidente difficoltà per la stesura dell'ultima bozza delle sue memorie: una classica manovra strategica per risollevarsi da una crisi di popolarità. Il precedente ghostwriter che stava portando a termine il lavoro è morto in circostanze poco chiare ma il libro è quasi ultimato e necessita solo di una supervisione finale. Il nuovo addetto all'incarico si precipita nella lussuosa residenza del suo cliente, situata al largo di un'isola dell'America orientale, e s'impossessa del prezioso ed incompleto memoriale. Di lì a poco la situazione precipita: il politico è infatti coinvolto in un'indagine internazionale sui crimini di guerra. Su di lui gravano i sospetti di aver contribuito illegalmente alla cattura di terroristi islamici e di conseguenza la complicità con episodi di tortura. I legami, forti e oscuri, di Lang con i servizi segreti spuntano fuori come se niente fosse. Il ghostwriter si lascia trasportare in un'inevitabile indagine facendo luce sui molti punti oscuri nella vita privata del suo cliente, maturando la convinzione che il complotto coinvolga a macchia d'olio sia la CIA che molti altri insospettabili. La soluzione (cifrata) è nascosta proprio in quel manoscritto scottante che si appresta a vedere la luce...
Che Alfred Hitchcock ci avesse ormai lasciato un solo degno erede, è un dato certo e lo si era capito da anni, ormai. Il discepolo, comunque, stavolta si supera: attenua vistosamente gli aspetti funzionali utili alla causa e ricava un noir intrigante, volutamente privo di sussulti, ma pregno di emozioni. "L'uomo nell'ombra" è un poliziesco alla Chandler che trasuda stile e cuore europeo da ogni fotogramma. Un giallo d'autore più di sostanza che di forma dove il dinamismo non viene affidato agli sviluppi della storia, ma all'introspezione dei personaggi. Procedimento inverso rispetto alla "Nona porta" (altro capolavoro di Polanski). Il ghostwriter diventa a suo modo un personaggio puro che si lascia contaminare dal forte impatto con il male (mai così oscuro) rappresentato dagli intrighi politici e delle verità nascoste che solo per scrupolo di coscienza è costretto a svelare. Non è un caso che, come nell'ultimo e sfortunato (ma bellissimo) lavoro di Scorsese, anche in questo film quasi tutta la vicenda si svolga su un'isola sotto il cielo minaccioso d'un rigido inverno. Ambientazione inconsueta ma fondamentale per scandagliare le pieghe di un isolamento mentale (infatti l'unica relazione con l'esterno è rappresentata dall'irruenza delle "breaking news" televisive) che intrappola, irrimediabilmente, verso un punto di non ritorno. Film complesso, da vedere assolutamente, destinato a dividere il pubblico. Con un Polanski mai così innamorato dei suoi attori che riesce miracolosamente a coprire le falle di una lavorazione travagliatissima (il suo arresto è coinciso con la fase della post-produzione ma già in precedenza aveva sostituito i due attori protagonisti). Sorprendente la performance di Olivia Williams, i contributi minori di vecchie glorie irriconoscibili come Timothy Hutton, Jim Belushi ed Eli Wallach e il gigante Tom Wilkinson nei panni di un viscido e perfido professore a riposo, con un armadio pieno di scheletri.
Cinema Impero, Trani - 9 Aprile 2010 (Barisera) |