Versione aggiornata, riveduta e corretta seguendo la moda degli occhialini 3D, di un classico del cinema fantasy che trent'anni fa spalancò la porta alla possibilità di trasferire i sogni in sala. "Clash of the titans", realizzato nel 1980 da Desmond Davis fu una delle prime pellicole a consentire l'impiego della tecnica al servizio del genere fantasy. Effetti inimmaginabili cominciarono a diventare fattibili grazie all'ingegno del produttore Ray Harryhausen, mago del settore, che ripescò dalla soffitta i libri di mitologia. Onesto artigianato e una forte dose di genuina buona volontà contribuirono alla riuscita di un'insolita favola in cui si ritrovarono coinvolti giganti del palcoscenico nei panni degli abitanti dell'Olimpo: Laurence Olivier, Burgess Meredith e Maggie Smith, tanto per fare un esempio. Occhi diversi, più smaliziati, disabituati allo stupore sono quelli che attendono questo inevitabile remake commemorativo realizzato da Louis Leterrier. Pochi i cambiamenti apportati alla storia: per ragioni di copione sono spariti alcuni personaggi di contorno (ma il gufo meccanico è omaggiato in una sequenza brevissima) e alcuni passaggi sono livellati secondo uno schema più dinamico e scorrevole. I fans conoscono benissimo l'intreccio: "Scontro fra titani" racconta il mito di Perseo, figlio illegittimo di Zeus, semidio costretto a scegliere fra la gloria terrena e l'immortalità. Rinchiuso in fasce accanto alla madre naturale in una cassa di legno, gettata in mare dall'irascibile Acrisio (beffato dall'adultero Zeus), il piccolo viene salvato da un nave di passaggio e cresce in totale spensieratezza senza conoscere le sue nobili origini. I conti tornano quando la città di Argo viene minacciata da Ade, dio degli Inferi, venuto a pretendere dagli uomini un pegno per espiare l'onta di aver recato offesa all'intero Olimpo. Perseo, scoperta la sua natura di semidio, si addossa il compito di mettere in salvo gli abitanti dall'incombente minaccia. Per riuscire nell'impresa dovrà superare tante fatiche e scontrarsi contro creature spaventose prima di trovarsi faccia a faccia con il Titano più invincibile: il Kraken liberato da Poseidone, dio del mare, un mostro tentacolare, possente e duro a morire. Sulla sua strada nemici di routine, molto noti agli appassionati di mitologia: Caronte, il traghettatore dello Stige, il mostro Calibo, la dea Medusa che fulmina gli umani che osano volgere lo sguardo. Epilogo concitato ed acceso dalle motivazioni sentimentali del buon Perseo che in sella al cavallo alato Pegaso cerca di liberare la bellissima Andromaca, offerta in sacrificio al dio crudele. Applausi d'altri tempi, a suggellare la partenza dei titoli di coda.
"Scontro tra titani" ha il respiro corto di un'opera anacronistica in un periodo ad alto rischio inflazione. Sottoposto alle diavolerie della post-produzione il fantasy sembra aver perso per strada il suo antico splendore, destinato a rivivere attraverso frastornanti e ripetitivi colpi bassi da fumetto. Eppure nonostante il film catapulti lo spettatore in una realtà virtuale, movimentatissima, si avverte benissimo il ricorso all'effetto emozionale con elementi semplici. Il film di Leterrier ripropone più o meno fedelmente una favola classica, che garantisce una sicura riuscita. Mitologia ed effetti speciali costituiscono un abbinamento perfetto che l'autore riesce a gestire con parsimonia, senza eccedere. Con entusiasmo si accede, se si ha voglia, ad un viaggio andata e ritorno verso mondi lontanissimi che accendono la lampada della fantasia e delle letture giovanili. Il pregio di Leterrier sta nell'aver riposto massimo rispetto nella narrativa del primo film. Il suo lavoro modernizza la struttura a piacimento, senza mai tradire il modello originale. Nel suo piccolo questo inatteso remake (dovuto più che altro alla mancanza di nuovi spunti) è un atto significativo che sconfessa la natura spesso devastante dei rifacimenti ad anni di distanza. Ma il vecchio film di Davis merita d'essere sottoposto ad una costruttiva rivalutazione. Con occhi attenti si possono appurare le falcate della tecnica, le nuove frontiere raggiunte nel campo degli effetti speciali. Anche se il principio che regola il filo dello stupore, lo diciamo con convinzione, può fare sempre a meno degli eccessi visivi, delegando la funzione principale all'immutato fascino del racconto.
Cinema Politeama Italia - Bisceglie, 18 Aprile 2010 (Barisera) |