parolieri, veri artefici delle frasi d’amore in musica, vivono dietro le quinte un tormento esistenziale all’ombra del successo (quando c’è) delle loro creazioni. Pochi si preoccupano di loro, perchè sfuggono alle dovute celebrazioni e citazioni, eppure in rarissimi casi ci troviamo al cospetto di inconsapevoli poeti. Se una canzone funziona, quasi sempre la gloria investe chi la interpreta, in caso contrario, la colpa ricade su chi l’ha scritta. E’ una strana legge ma chi lotta sul campo ci ha fatto l’abitudine; il nemico da combattere è il plagio, occorre arginarlo con destrezza e, quando è possibile, riuscire a escogitare qualcosa di nuovo.
“Scrivimi una canzone”, commedia garbata e intelligente, si preoccupa di raccontare la fase più importante dell’ispirazione musicale: il connubio fra chi compone le note e chi si spreme le meningi per abbinarci dei versi. Musica e parole (questo il titolo originale della pellicola, cambiato misteriosamente per esigenze ruffianesche), matrimonio essenziale per la nascita di quei quattro o cinque minuti di sublimazione.
Il che avviene sotto gli occhi di tutti con grazia ed ironia, cosa che consente al prodotto in questione di sottrarsi abilmente alle trappole della solita commedia sentimentale sdolcinata e prevedibile.
Alex Fletcher (Hugh Grant) è una pop star che ha furoreggiato negli anni Ottanta in una band di successo, quando impazzavano le tastiere elettroniche e le chiome gelatinate. Rivedere i suoi vecchi videoclip mette quasi paura: ormai le mode sono cambiate e ai tipi come lui non resta che fare da tappezzeria in tristi trasmissioni televisive nostalgiche dedicate a meteore (che brutta parola) artistiche. Eppure il suo manager riesce a trovargli un nuovo importantissimo incarico: comporre per Cora, la pop star più quotata del momento, un nuovo brano musicale che possa scalare l’hit-parade. Ma Fletcher cui sono note le abilità di interprete è in realtà un mediocre compositore con una debolissima ispirazione. Come fare? Le casualità della vita gli mettono sullo stesso binario Sophie Fisher (Drew Barrymore) una giardiniera part-time con esperienze in scrittura creativa che non sa di avere un innato talento per la metrica (Drew Barrymore). Nasce una coppia creativa e inevitabilmente un affiatamento che andrà ben oltre la collaborazione professionale, con tutte le sorprese di routine, in modo tale che alla fine si possa dire all'unisono un liberatorio: "stanno suonando la nostra canzone".
Rinfrescata da dialoghi straordinariamente ironici (alle volte si respira un insolito clima “alleniano”), la commedia di Marc Lawrence entusiasma e diverte offrendo due ore scarse di originale spensieratezza. Impagabile per lo scopo raggiunto si rivela il contributo di un generosissimo Hugh Grant che si cimenta in una riuscita e macchiettistica parodia degli eroi del decadentismo musicale degli anni Ottanta. La divertentissima colonna sonora (che comprende uno struggente e “baglionesco” piccolo grande amore yankee) e i coloriti videoclip musicali che aprono e chiudono la pellicola sono un tenero ed affettuoso omaggio che, artisti come George Michael, Boy George, gli Spandau Ballet e i Duran Duran, rivedranno con le lacrime (di tristezza e gioia) agli occhi e spirito di compiacimento. Hugh Grant è servito simpaticamente da una misurata Drew Barrymore cui è concesso il compito di dosare verosimilmente grazia e insicurezza. Vi sono degli evidenti colpi bassi da parte di autori saggi e dissacranti che non risparmiano certo malcostume dell‘industria discografica moderna, ovvero la tendenza dell’attuale business musicale che glorifica il nulla e benedice la mediocrità. E così la fantomatica pop star Cora (l’esordiente algida Haley Bennett) fa il verso alle smorfiose e viziate reginette americane che colmano le arene sfruttando l’altrui creatività, senza avere mentalmente nulla da dichiarare (qualche artista si riconoscerà sicuramente). Un po’ di satira sociale che non guasta che assume involontariamente i toni della denuncia. Consiglio affettuoso: occhio ai titoli di coda, perché valgono il prezzo del biglietto.
Supercinema, Trani - Febbraio 2007 (Barisera) |