Un cavallo un pò vanitoso che si lava sotto lo scroscio del doccione nella vasca da bagno, risponde al telefono, si iscrive ad un corso di lezioni di piano. Un cowboy che fa coppia fissa con un indiano pasticcione con il quale si caccia presto o comunque in un mare di disastri irreversibili. Siamo in una tranquilla (mica tanto) comunità agreste dove tutto scorre alla perfezione. Almeno fino a quando Cavallo non dice ai compari che è il giorno del suo compleanno. A sorpresa Cowboy e Indiano, combinaguai recidivi, decidono di costruirgli un barbecue, ordinando i mattoni necessari su un sito internet. Per un errore di digitazione ne ordinano sbadatamente 50 milioni. Numerosi furgoni e corrieri si catapultano nel tranquillo villaggio per ultimare la consegna e scoppia il caos. E' la miccia che produce una serie imprevista di sciagure: Cavallo, Cowboy e Indiano dovranno vedersela con delle strambe creature marine venute dagli abissi (al quale il villaggio è collegato attraverso uno stagno) per rubare i muri appena costruiti. Sballottati da un posto all'altro dell'emisfero i tre inaffidabili protagonisti finiranno addirittura a far da cavia in un misterioso laboratorio dove illustri medici si esauriscono per portare a termine ambigui esperimenti. E la bella professoressa di musica, di razza equina anch'ella, continuerà ad assediare con insistente telefonate il povero Cavallo, alunno distratto, ricordandogli che le lezioni sono cominciate da tempo e che le sue assenze sono ingiustificate.
Una trama pazzesca messa a servizio della fantasia. L'atmosferà vagamente anacronistica di questa coproduzione francobelga punta sull'originalità, sul nonsense, sull'assurdità di invenzioni non necessariamente rivolte ad una platea infantile, mentre il piacevole doppiaggio di Massimo Lopez provvede a garantire un'esilarante e goffa austerità ad un personaggio con sale in zucca che, come Francis il mulo parlante, cerca di dirigere l'allegra sarabanda di folli. L'animazione sposa la causa dello stop motion: ed è una soluzione geniale visto che i protagonisti del film, con rigorosa basetta verde, sono i personaggi delle tipiche fattorie plastificate con le quali abbiamo trascorso la nostra infanzia. Ricco, a volta sovraccaricato, da gags inspiegabili che girano vorticosamente a ruota libera, è un film che delizia occhi e cervello nel pieno godimento di una semplice anarchia. Proiettato fuori concorso a Cannes e candidato all'Oscar nella sezione di competenza, trasferisce in un lungometraggio delle "stripes" televisive realizzate per Canal+. L'assenza totale di intermezzi musicali o di canzoncine lo nobilita, ampliando la destinazione d'uso, coinvolgendo sulla divertentissima giostra anche i non appassionati.
Multisala Adriano, Roma - 30 Giugno 2010 |