"Sono venuto per provare piacere, non per darne". In un confortevole postribolo illuminato con luci "brassiane", collocato nel centro storico d'un tranquillo paesino abruzzese, un tenebroso George Clooney mette subito le cose in chiaro. La sua bella interlocutrice tra l'altro si chiama Violante Placido e dispone di ottimi argomenti per non limitare l'incontro ad un banale scambio di vedute. Siamo nel picco massimo di ironia d'un film che parte bene per franare rovinosamente nella seconda parte. Poca sostanza e molta forma (con interessanti intuizioni) in una minestra riscaldata a fuoco lentissimo. Jack (George Clooney) è un sicario in fuga da nemici nell'ombra. Sfuggito miracolosamente ad un attentato in una desolata e suggestiva landa scandinava, chiede all'organizzazione un rifugio sicuro dove poter svernare in assoluta tranquillità. Il suo capo lo spedisce dalle parti di Sulmona, precisamente a Castel Del Monte, paesino sperduto nel cuore dell'Abruzzo, promettendogli un ultimo incarico con cui chiudere la partita. Il lavoro di commiato consiste nel fabbricare un'arma di precisione per conto di una donna misteriosa che paga in contanti. Nel frattempo il vecchio Jack si guarda intorno, si sofferma sul perchè della vita in compagnia di un anziano parroco (Paolo Bonacelli) e si concede solo ad una bellissima lucciola (Violante Placido) che mescola l'amore mercenario con la passione. Il destino bussa alla porta con le nocche della mano indurite dalla maledizione: il futuro ha il fiato corto di una resa dei conti che non ammette rinvii.
Thriller d'autore, sulla carta irrobustito da alcune garanzie evidenti, "The american" pone al centro della storia un canovaccio visto e rivisto, ispirandosi ad un romanzo di Martin Booth. Un balordo col fiato sul collo, una ragazza disperata, entrambi alla ricerca di una redenzione che tarderà ad arrivare. Interamente girato nei luoghi lacerati dal sisma dello scorso anno, il lavoro è affidato alle cure di un autore, Anton Corbijn, che si è fatto le ossa con i videoclip musicali. Colpisce, e questo è un punto a favore, l'intenzione primaria di sottrarre un thriller ad alto rendimento spettacolare alle fasi concitate dell'action-movie. Corbijn cerca di soffermarsi sull'aspetto estetico del suo lavoro, riscaldando il cuore dello spettatore attraverso il fascino dei luoghi e la resa cromatica. Sotto i restanti aspetti ci si attiene ai dati non pervenuti: troppo solo il mitico George Clooney per assicurarsi due ore di rendita. Lo affiancano due donne fatali: la misteriosa Thekla Reuten e la solare Violante Placido. La forzata ambientazione italica (facilitazioni produttive) favorisce l'entrata a sorpresa di attori e caratteristi del nostro cinema. Dal cameo di Filippo Timi al ritrovato Paolo Bonacelli che si cuce addosso un ruolo ambiguo alla Jean Gabin. Le pochissime fasi movimentate stanno tutte nel bugiardissimo trailer. Nel suo curioso anonimato, "The american" offre se non altro qualcosa di diverso. E, per questo, sarebbe molto più onesto rendersene conto prima scongiurando colossali delusioni.
Cinemars, Andria - 10 Settembre 2010 |